25 novembre, giornata contro violenza sulle donne, patriarcato e cultura dello stupro, ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999

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Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere, il movimento ‘Non Una Di Meno’ scenderà in piazza a Palermo e in altre città italiane. La manifestazione, che si terrà a Palermo con concentramento alle 16.30 in Piazza Indipendenza, si pone l’obiettivo di contrastare la violenza di genere e denunciare le politiche che marginalizzano i bisogni delle donne e delle persone trans*. Il grido di battaglia sarà “Disarmiamo il Patriarcato”, un appello a smantellare un sistema che, secondo le attiviste, perpetua la violenza e la discriminazione.

La protesta si concentra su diverse tematiche interconnesse. ‘Non Una Di Meno’ denuncia la “logica geopolitica” che relega in secondo piano la lotta contro la violenza e la cultura dello stupro. La militarizzazione dei territori, i tagli ai servizi essenziali come scuola e sanità, e la devastazione ambientale sono visti come elementi di un sistema che alimenta la violenza. Un’attenzione particolare è rivolta al conflitto israelo-palestinese, con una forte condanna del “genocidio del popolo Palestinese” e la repressione di chi manifesta solidarietà alla Palestina.

Un altro punto centrale della mobilitazione è la denuncia dei femminicidi, transcidi e lesbicidi. Nel 2024, il numero di vittime ha raggiunto la cifra allarmante di 104. Mentre si conclude il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin e a Palermo arriva la condanna per lo stupro di gruppo, un altro caso sconvolge l’opinione pubblica: una tredicenne uccisa dal fidanzato quindicenne. Non Una Di Meno critica il sistema giudiziario, accusandolo di non affrontare le radici della violenza di genere e di sottoporre le vittime a ulteriori violenze, tra cui la “narrazione tossica mediatica” e la “vittimizzazione secondaria”. Le attiviste ribadiscono che le sentenze esemplari non sono sufficienti e che è necessario un cambiamento culturale profondo.

Davanti al tribunale di Palermo, campeggiano scritte che esprimono la rabbia e la frustrazione delle vittime. “104 femminicidi e i processi li fate alle vittime” e “La vergogna è vostra, tribunali stupratori” sono alcuni dei messaggi apparsi. La testimonianza di Giselle Pellicot, vittima di stupri per anni con la complicità del marito, mette in luce la normalizzazione della violenza all’interno delle famiglie. Pellicot denuncia la difficoltà di essere credute e la tendenza a difendere gli aggressori, spesso descritti come “uomini eccezionali”. La sua lotta è diventata simbolo della battaglia di tutte le vittime di violenza.

‘Non Una Di Meno’ contesta le affermazioni del ministro Valditara, che nega l’esistenza del patriarcato. Secondo il movimento, il patriarcato è una realtà che permea la società e si manifesta quotidianamente attraverso abusi, violenze e discriminazioni. Le attiviste sottolineano la necessità di percorsi educativi sull’affettività e la sessualità nelle scuole e nelle università, per contrastare gli stereotipi e i modelli culturali che alimentano la violenza di genere.

‘Non ho mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati, ma che in Italia c’è un aumento preoccupante delle violenze sessuali a cui contribuisce anche, ed è importante anche, la marginalità e la devianza conseguenti a un’immigrazione irregolare”. Giuseppe Valditara, dal Salone nazionale dello studente a Roma, torna sulle parole pronunciate in occasione della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, che hanno scatenato un vespaio di polemiche e lo sdegno delle sinistre. “Le violenze sessuali sono un altro fenomeno molto triste – ha aggiunto il ministro dell’Istruzione – i dati Istat e del ministero dell’Interno sono purtroppo inequivocabili. E mi dispiace che qualcuno li abbia alterati o non li abbia conosciuti. Non ho detto che l’immigrato è causa di questo”.

A caldo le parole del ministro dell’Istruzione contenute nel videomessaggio trasmesso alla Camera avevano suscitato la reazione durissima della sorella di Giulia, Elena Cecchettin, molto critica con il governo. “Dico solo che se si ascoltasse, invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, forse non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro paese ogni anno”.

Con l’approssimarsi del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è tempo di bilanci e di nuove iniziative per i progetti “Mimosa” e “Stop sexting & revenge porn” che vedono coinvolte le farmacie di Palermo e provincia.


I dati e alcune storie sulle donne vittime di violenza e sui giovani vittime di sexting e revenge porn che nell’ultimo anno si sono rivolti alle farmacie per chiedere aiuto, ma anche sui genitori che hanno chiesto informazioni per capire come aiutare i loro figli a uscire dal tunnel dei ricatti sul web. Le farmacie riferimento sociale e sanitario, ecco come crescono nel Palermitano, non solo luoghi per dispensare farmaci ma anche presidi nel territorio. Le farmacie crescono a Palermo e provincia e si pongono come vero e proprio punto di incontro, luogo di erogazione di servizi dotati di professionisti in grado di fornire consigli e diventare, in alcuni casi, veri e proprio confidenti della comunità locale.

“Infine, ma non meno importante – conclude Roberto Tobia – , le farmacie sono diventate il luogo che accoglie le richieste di aiuto da parte delle donne vittime di violenza e dei giovani che subiscono atti di sexting e revenge porn: attraverso il ‘Progetto Mimosa’ realizzato dall’associazione ‘Farmaciste insieme’ col sostegno di Federfarma e della fondazione Vodafone Italia, e la campagna ‘Stop sexting & revenge porn’ curata dall’associazione ‘Mete onlus’ con Federfarma che ha avuto la prima sperimentazione proprio nella nostra provincia, negli ultimi due anni i farmacisti palermitani hanno raccolto in media venti segnalazioni al mese di persone che hanno chiesto e ottenuto aiuto e protezione”.

Il bilancio di tre anni di mandato “mi incoraggiano – annuncia Roberto Tobia – a ricandidarmi al vertice di Federfarma Palermo-Utifarma con la lista ‘L’esperienza per il futuro, la squadra dei fatti – Con Roberto Tobia presidente’, che comprende, per il Consiglio direttivo, i farmacisti Giovanni Cirincione, Caterina Guardavaglia, Riccardo Listro, Marisa Parelli, Licia Pennino, Maria Carmela Sorci e Giovanni Tulone; Salvatore Cassisi per i farmacisti rurali del Sunifar; per il Collegio dei sindaci Cristina Amodeo e Enzo Sciamè; per il Collegio dei probiviri Paolo Fisco e Ilario Indelicato. Una squadra che rafforza la presenza delle donne, cinque su tredici, e che dà spazio alle giovani generazioni per formare, attraverso un mix di esperienza e di rinnovato entusiasmo, una nuova classe dirigente, con l’obiettivo di attivare nei prossimi tre anni forme di economie di scala e innovazioni tecnologiche che consentano ai farmacisti di guardare con serenità al futuro”.

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