Nonostante le somiglianze tra la posizione dei 5 Stelle e quella della Lega , esistono , invece , tante differenze che non sono irrilevanti . Riguardano le tattiche e le prospettive a medio termine. Salvini alza il tono per spronare i suoi. Qualcuno ritiene che sia pronto ad aprire la crisi di governo, ma non è così; potrebbe farlo solo se insistesse per un suo incarico a Ministro degli Interni , in sostituzione di Matteo Piantedosi .Ma questo non accadrà , altrimenti la crisi la apre Forza Italia come già preannunciato da Tajani. C’ è anche il tentativo di recuperare spazio a livello internazionale: i suoi stessi rapporti con Musk , Orban e Marie Le Pen. Il segretario della Lega ha giocato tutte le sue carte ed ha spostato, almeno per i prossimi quattro anni, l’ asse della Lega sulle posizioni della destra radicale. Intanto i sondaggi dicono di un partito inchiodato al 9% che non riesce a superare quota dieci. L’ intento di Salvini è e resterà quello di scalfire il melonismo a destra. A questo punto la Premier potrebbe rilanciare la sua leadership di governo, proprio sulla vicenda dei dazi ,che è molto pericolosa e potrebbe a breve danneggiarla. Da più parti si accusa Giorgia Meloni di inerzia perché non riesce a prendere una posizione netta nei confronti di Donald Trump. Ne deriva che il viaggio in America deve dare qualche risultato, diversamente sarà per lei un disastro. Ottenere qualche tariffa più favorevole sarà un toccasana non solo per il nostro Paese. È un impresa al limite del temerario , dove dovrà dimostrare doti diplomatiche molto raffinate e soprattutto si deve guardare le spalle. A sinistra il quadro è un po’ diverso. E’ innegabile il successo di piazza di Giuseppe Conte e dei 5 Stelle, il Cinque aprile scorso. La politica estera atlantica è stata trasformata in una serie di colpi scagliati contro il piano ReArm della von der Leyen e del governo Meloni. Ma sotto , sotto il vero obiettivo era il PD. Alla fine Conte è riuscito ad imporre una sorta di egemonia su una parte degli uomini della Schlein. Ormai è più che mai in atto un conflitto fra due modi di interpretare il percorso politico. Uno è quello che Gianni Cuperlo ha riassunto nell’: espressione che il popolo di sinistra sta nel PD e nei 5 Stelle per cui è necessario percorrere una strada comune. L’ altra è quella che vede una segretaria succube di Conte e della sua politica estera spregiudicata e ambigua . Appare a tutti chiaro che Giuseppe Conte con un partito he riscuote la metà dei consensi del PD, riesce ad esercitare la sua egemonia.
5 Stelle e Lega sembrano somigliarsi ma non è così
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