A Brucoli (Siracusa), ha preso il via la convention ‘Italia, le radici della bellezza‘ organizzata dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato. Meloni ha sottolineato come la scelta di tenere l’evento in Sicilia sia particolarmente significativa. «Ritengo più azzeccata che mai la scelta di organizzare quest’evento in Sicilia. Terra straordinaria, che nei giorni scorsi ha ospitato la riunione dei Ministri dell’Agricoltura del G7 e l’Expo Divinazione. Siracusa è stata, per diversi giorni, la Capitale delle nostre eccellenze agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, vetrina di un comparto strategico per la nostra economia che in termini di esportazioni potrebbe sfiorare nel 2024 la quota record di 70 miliardi di euro. Serviva un luogo in cui terra e mare fossero un tutt’uno, e i prodotti dell’uno e dell’altro rappresentassero inestimabili tesori. L’Isola di Ortigia ha incarnato tutto questo, e la riuscita dell’evento deve essere ragione di orgoglio per tutti. L’Italia è la Patria del bello. È la Nazione che, più di ogni altra, esprime l’idea stessa di bellezza, sotto ogni sua sfaccettatura. La domanda d’Italia è sempre più forte, e questo ci spinge a lavorare sempre di più per valorizzare ciò che ci rende unici al mondo e per cui siamo amati, apprezzati e – se mi consentite – anche un po’ invidiati. Questa visione ci ha spinto a restituire centralità ad un settore strategico come il turismo, per troppi anni abbandonato e considerato di serie B. Il Governo ha adottato un piano strategico, ha portato avanti una visione chiara e i risultati sono tangibili. Le stime Istat per il 2023 registrano i valori più elevati osservati da sempre dalle rilevazioni sul turismo: oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi presenti sul territorio nazionale. E la tendenza di crescita per il 2024 fa ben sperare», ha concluso la premier numeri alla mano.
Ad aprire i lavori, il presidente del Senato La Russa che ha stupito tutti, anche gli animalisti: «Vi do una bella notizia, credo che sia giunto il momento di autorizzare i senatori a portare i propri animali domestici in Aula».
In pratica Ignazio La Russa rilancia l’idea di Michela Vittoria Brambilla (Nm), presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, di far entrare gli animali domestici in Parlamento. «Vi do una bella notizia, credo che sia giunto il momento di autorizzare i senatori di portare i propri animali domestici dentro al Senato», ha annunciato il numero uno di Palazzo Madama alla convention di FdI a Brucoli (Siracusa).
La soddisfazione di Brambilla: «Grazie presidente La Russa per aver dato l’esempio. Con la sensibilità che gli è propria, per cui lo ringrazio il presidente dà un segnale chiarissimo: se si può fare nei palazzi di un’istituzione così importante, si può fare, con buona volontà e nel rispetto di tutti, nei luoghi dov’è ancora difficile entrare con un animale al seguito. Da tempo mi batto per eliminare gli ostacoli che impediscono l’accesso degli animali d’affezione nei luoghi pubblici, nei luoghi aperti al pubblico e sui mezzi pubblici di trasporto. Salvo per comprovate esigenze di sicurezza e di igiene, l’ingresso con gli animali dev’essere consentito ovunque, come appunto prevede la mia proposta di legge AC51. Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, specialmente quando gli orari sono lunghi è dimostrato che la compagnia dell’amico a quattro zampe riduce lo stress e aumenta la produttività. Speriamo che sempre più uffici pubblici seguano l’esempio del Senato».
Si sa: da Dudù a Empy, passando per Lulù a Barsuk, i cani sono i migliori e più fedeli amici dell’uomo, ma anche dei leader politici. E questo riguarda anche i capi di governo italiani, spesso avvistati con i loro animali: da Berlusconi a Draghi, tra alcuni dei casi più famosi si annoverano l’ex presidente della Bce Mario Draghi, avvistato mentre portava a passeggio il suo bracco ungherese Barsuk. Ma anche un altro tecnico, Mario Monti, fece clamore quando nel 2013 gli fu messo in braccio da Daria Bignardi in diretta tv, durante una puntata de Le invasioni barbariche, un trovatello e lo chiamò Empy. E che dire di Winston Churchill, un antesignano della proposta che portava il suo gatto Nelson alle riunioni di governo, mentre al 10 di Downing street c’era la sedia a lui dedicata sulla quale nessun altro poteva accomodarsi.
La possibilità, invece, per i senatori di poter portare a Palazzo Madama il proprio animale di compagnia al momento non c’era. Da qui l’ipotesi rilanciata in occasione della Giornata nazionale degli animali, dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che può diventare un unicum nel panorama istituzionale europeo e non solo.
L’attuale capogruppo di Noi Moderati al Senato, Micaela Biancofiore che, sul tema, mise a punto nel 2023 una bozza di progetto che La Russa, accogliendola con «massimo rispetto», definì «legittima». Nel testo di Biancofiore si legge che gli spazi dedicati a cani e gatti sarebbero quelli dei Gruppi e gli uffici dei parlamentari. Prevedendo anche un ingresso a parte. Ma l’Aula e le Commissioni no. Quelle gli sarebbero interdette.
Toccherà ai Questori, che per ora non intervengono nel dibattito, dire l’ultima parola.
Carlo Calenda, che invece di plaudere all’iniziativa del presidente del Senato La Russa, si è cimentato in una considerazione: «Finalmente le riforme che aspettavamo! L’Italia è salva», è stata l’osservazione sui social del leader di Azione.
La Russa replica sul tema: «Ho annunciato che prima o poi esamineremo la proposta che mi è arrivata di aprire agli animali domestici alcune aree del Senato e ho visto che Calenda ha detto “Ah, le riforme che aspettavamo”. Io non sono un maestro, ma qualcuno glielo dica a Calenda che le riforme le fa il Governo, il Presidente del Senato al massimo può governare il terreno, le aule. Un po’ di buona volontà nel capire le differenze…», ha replicato s La Russa a margine della convention di FdI a Brucoli (Siracusa).