Da tempo il ministro della Difesa non partecipa più al Consiglio dei Ministri, verosimilmente all’origine sembra esserci un problema di natura personale nei rapporti con la premier che, con una reazione di rabbia, mista ad amarezza, ha commentato il comportamento del ministro che starebbe portando avanti una protesta silenziosa, assentandosi regolarmente dalle riunioni.
La risposta della Premier è stata chiara: “Il Governo non si ferma perché qualcuno fa le bizze”, cogliendo l’occasione per ricordare che, per i ministri, la partecipazione al Consiglio non è un optional, ma un dovere.
Ma il perché Guido Crosetto abbia deciso di disertare il Consiglio dei Ministri, al momento, non è ancora chiaro.
Tra il ministro e Giorgia Meloni, fino a poco tempo fa, vigeva un rapporto di rispetto e stima reciproca. I due sono praticamente giunti al Governo insieme, dopo varie difficoltà e un progetto politico comune.
Eppure, la volontà di Crosetto di mettere distanza tra sé e la Meloni è ormai chiara, come testimoniato dalle sue assenze in CdM, che ormai sono almeno una decina.
C’è chi è pronto a scommettere che c’entrino le critiche di Crosetto nei confronti dell’Aise risalenti all’estate appena trascorsa, che potrebbero aver provocato una frattura tra i due. Le assenze, almeno per il momento, non sono state motivate dal diretto interessato.
Giorgia Meloni contro il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: il video sui “sacrifici” per scongiurare l’aumento delle tasse dopo i timori dell’elettorato
Sei giorni. È questo il tempo che è servito a Giorgia Meloni per ragionare e disinnescare la bomba lanciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che parlando della prossima Manovra aveva annunciato “sacrifici per tutti“. La premier, ieri, mercoledì 9 ottobre, ha pubblicato un video sui social scongiurando gli aumenti delle tasse.
Giorgia Meloni ha attaccato chi “in queste ore” si esibisce in “dichiarazioni fantasiose secondo cui il Governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini: è falso“.
La premier passa poi all’attacco dell’opposizione: “Questo lo facevano i Governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Allora voglio essere chiara ancora una volta, la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e sostenere le imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”, ha affermato la leader di Fratelli d’Italia.
Parlando di imposte, Meloni ha sottolineato che “nonostante dall’opposizione alcuni vorrebbero, ad esempio, l’introduzione di patrimoniali, di ulteriori imposte, noi resteremo fedeli al nostro impegno, che è lavorare per una manovra che rilanci l’economia, migliori la vita degli italiani, senza chiedere loro nuovi sacrifici“.
Il riferimento ai “sacrifici” di Giorgetti.
La parola sacrifici ovviamente non è scelta a caso. L’aveva pronunciata il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista pubblicata da Bloomberg il 3 ottobre: “Stiamo per approvare una legge di Bilancio che richiederà i sacrifici di tutti”.
Lo stesso Giorgetti aveva approfittato poi del palco di Pontida per chiarire che “sono figlio di un pescatore e di un’operaia tessile e so chi i sacrifici li fa. Nell’intervista a Bloomberg, non alla Gazzetta dello Sport quindi mi rivolgevo alle banche e alla finanza, ho detto che i sacrifici li devono fare tutti, in base all’articolo 53 della Costituzione, in base alla capacità contributiva, motivo per cui abbiamo voluto la Flat tax“.
“È giusto che i sacrifici li faccia chi ha le possibilità per farli. In questo momento questo governo con grande serietà, perché il mio mestiere non è facile, sta cercando di tradurre in fatti un principio di buonsenso. State tranquilli e sereni che noi siamo dalla parte della gente che lavora, che produce”.
La furia di Giorgia Meloni
La precisazione a Pontida si era resa necessaria perché, oltre alla Borsa, le parole di Giorgetti avevano fatto breccia anche nel Governo.
Ricostruzioni giornalistiche raccontano di una Meloni furiosa, a tal punto da spingere il Ministero a rettificare parzialmente, escludendo di fatto eventuali aumenti di tasse.