Italia , Francia, Gran Bretagna accomunati da un unico destino

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Sembra fatto a posta. A luglio scorso il Premier britannico si è rivolto al Paese chiedendo sacrifici a tutti per affrontare la crisi economica e ripianare i debiti accumulati nel bilancio pubblico. Risultato: Starmer ha subito un calo di popolarità che adesso non riesce a gestire se non con tante difficoltà. In Francia, il neo Premier designato da Macron, Michel Barnier, esponente del partito Les Republicains,nel discorso di insediamento ha subito annunciato una nuova tassa che riguarderà i più ricchi, o come lui stesso li ha definiti : ” i più fortunati” . Una sorta di tassa , una tantum, con durata nel tempo limitata. Il problema del Premier transalpino è quello di convincere i francesi più ‘ fortunati’.In Italia, dopo lo show e il contestuale fallimento della tassa sugli extra profitti bancari, Il Ministro dell’ Economia, Giancarlo Giorgetti è tornato a parlare dello sforzo che l’ intero Paese deve compiere , a tal proposito chiedendo sacrifici a tutti, ma dopo le polemiche sollevate da più parti , ha precisato di andare a tassare i profitti di chi li ha fatti. Le banche , le maggiori ‘ indiziate’ si sono dette disponibili a fare la loro parte , ma con un contributo volontario, che ad oggi non si conosce l’ ammontare. A nessuno può sfuggire che i governi di tre Paesi importanti, in Europa , sembrano muoversi sulla stessa lunghezza d’ onda. I bilanci pubblici piangono. La situazione di Francia e Italia, schiacciate sotto il peso di un debito pubblico altissimo, è al limite del default, con un’ enorme difficoltà a sostenere gli investimenti e le politiche sociali. Le crescite economiche quasi pari allo zero, l’ inflazione, hanno creato una vera e propria distorsione nella distribuzione del reddito. Oggi il ceto medio è stato completamente travolto da una crisi senza precedenti, versa in una condizione di precarietà sociale ormai costante e latente da circa un decennio e questo ha alimentato la crescita dei partiti populisti e di estrema destra , che stanno modificando il quadro politico in molte democrazie , cosiddette avanzate. Nel frattempo il sistema finanziario e quello bancario, per non parlare delle grandi multinazionali, hanno realizzato profitti altissimi; una situazione che stride con la condizione di chi vive grandi difficoltà. E tutto ciò alimenta in parte delle popolazioni, sentimenti anti élites . Non si può più parlare ai cittadini di sacrifici se non si indicano gli obiettivi da raggiungere, senza una visione politica per il futuro. Insistere senza tener conto di questi elementi, significa minare ulteriormente la credibilità della politica. Parlando della nostra, cara Italia, assistiamo che c’è un deficit di verità da parte di chi governa, ma in generale dell’ intera classe politica. I problemi che ci affliggono sono noti: un debito pubblico tra i più alti al mondo, un calo demografico allarmante , che rischia di diventare insostenibile, i livelli di formazione , e sembra paradossale, istruzione più bassi di tutti i Paesi UE. In queste condizioni e con uno scenario bellico che non promette un futuro tranquillo, l’ Italia deve affrontare la transizione ecologica e quella digitale. Ma siamo sicuri di essere pronti alla sfida? Occorre un nuovo patto tra Stato e cittadini che guardi al futuro. Solo così si può incamminare il Paese verso una nuova strada per una rinnovata stagione di sviluppo. Ma a guardarci intorno, in Italia come in Francia e in Inghilterra, di questi tempi, diventa difficile trovare politici che abbiano queste qualità.

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