“Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro le basi Unifil in Libano, potrebbero costituire un crimine di guerra e una violazione del diritto internazionale non giustificata”. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, non usa mezze parole per condannare le raffiche di arme da fuoco esplose dall’esercito di Tel Aviv contro il quartier generale e due basi italiane della missione Onu nel sud del Libano. Quello successo ieri e oggi è totalmente inaccettabile e non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all’ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele”, va giù il responsabile della Difesa del governo italiano.
a Israele”.
Crosetto ha spiegato di aver convocato l’ambasciatore israeliano in Italia per chiedere “spiegazioni degli atti avvenuti e chiesto il motivo per cui sono stati fatti questi atti. L’ambasciatore non era in grado di fornirci spiegazioni. Non si tratta di un errore e non si tratta di un incidente e abbiamo bisogno di avere spiegazioni formali e reali nel più breve tempo possibile”. “Siamo certi – rincara la dose il ministro della Difesa – che il segnale mandato oggi abbia avuto la giusta durezza e sia giunto dove e come doveva giungere. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le spiegazioni”. “Il Libano non è l’Afghanistan. In Libano esiste una tradizione democratica e una cultura democratica non paragonabile a quella dell’Afghanistan. Beirut è una città dove convivono diverse culture e diverse religioni, il Libano ha una sensibilità democratica. Il problema della nazione è che ha 2 milioni di profughi, una percentuale di profughi sulla popolazione che non ha nessun altro paese al mondo, e in questi anni abbiamo fatto finta di non accorgercene. Una condizione che ovunque avrebbe fatto scoppiare di tutto e finora, nonostante questo, il Libano aveva tenuto un precario equilibrio che questo attacco israeliano sta mettendo in crisi”, ha spiegato Crosetto. Che per ora sembra escludere il ritiro del contingente italiano presente sul territorio sotto la bandiera dell’Onu. “Non è una scelta nazionale ma internazionale, è una scelta Onu, su cui rifletteranno tutti i 40 paesi contributori. La mia idea e quella del governo è di cercare di far prevalere gli spazi di pace”, conclude il ministro.