Mentre Netanyahu temporeggia sull’ attacco all’ Iran e intima a Gutierrez di rimuovere Unifil dal Libano, l: Ayatollah Kamenei fa sfoggio dello schieramento internazionale su cui può fare leva. Lo schieramento è costituito dai Paesi del Brics anche se non tutti sono disponibili a schierarsi con l’ Iran, ma la Russia sicuramente. Sul territorio ucraino si ha notizia di soldati nord coreani che combattono nelle file delle truppe russe. A Taiwan il governo mette alla massima allerta l’ esercito, pronto a rispondere ad eventuali aggressioni da parte della Cina che ha schierato nelle acque che circondano l’ isola, la portaerei Liaoning. Uno nota positivo in questi scenari dalle tinte fosche, è quanto , pare, sia emerso dal colloquio del Papa con Zelensky del 11 ottobre, definito proficuo. Risultato positivo, tant’è che il Cardinale Zuppi si appresta a partire per Mosca per ulteriori colloqui. E’ evidente che non bastano più i cessate il fuoco, temporaneo, nei due conflitti, russo-ucraino e quello mediorientale e soprattutto è sempre più palese il legame sottile che unisce i due conflitti che scuotono il mondo intero. Ormai è vana la speranza che ognuno dei due conflitti possa trovare una soluzione a sé stante. L’ iniziativa di metter fine ai due conflitti non può che venire dalle grandi potenze, che hanno come obiettivo, ormai chiaro a tutti, di ridefinire un ordine mondiale in modo da mettere in sicurezza le parti che sono o presto potrebbero essere coinvolte in scontri militari, mettendo così in pericolo il mondo intero. Un’ iniziativa del genere non ha precedenti nella storia recente e le Nazioni Unite, progressivamente indebolite e forse anche a tratti svuotate del ruolo loro assegnato dagli Stati aderenti, non sarebbero più i mediatori adatti. Ma a differenza di tanti altri eventi bellici, è diffusa la consapevolezza del pericoloso di ritrovarci in una crisi globale che potrebbe sfuggire al nostro controllo. Purtroppo oggi, né l’Europa con le sue divisioni, né gli Usa alle prese con le elezioni presidenziali , sono in condizioni di prendere iniziative. Abbiamo un Occidente, in questo momento che dà fiducia alle parti in causa. Potrebbe comparire sulla scena mondiale il Sud e assumersi l’ onere di questa iniziativa e conquistarsi nel nuovo ordine mondiale il ruolo cui aspira. A questo punto non ci resta che confidare nelle antiche saggezze dei popoli capaci di trasmettere alle classi dirigenti.