La violenza nelle note

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Roma,  tre ragazzi accoltellati da coetanei dopo una serata trascorsa in discoteca;  Rozzano un ragazzo accoltellato, per un paio di cuffiette, da valore di quindici euro, questo l’orrido  scenario che racconta una parte della vita dei giovani d’oggi. Il coltello è il grande protagonista dell’aggressività dei giovani italiani che escono di casa armati di lama e pronti  a tirarla fuori per infilzare il “nemico”. Futili motivi bastano per sollecitare l’azione aggressiva e sanguinaria che racconta il profondo disagio di una generazione che non riesce a segnare il confine tra la realtà e i videogiochi, tra la  realtà e la vita cantata da chi con le note inneggia alla droga, alla criminalità e ai soldi facili. I trapper come modelli per i giovani che depongono nelle note di un pentagramma un’idea di forza legata alla violenza e che spinge ragazzi privi di altri punti di riferimento educativo e con una spiccata fragilità emotiva ad concretizzare quello che viene cantato. Canzoni come Los Diablos di Sacky,  che canta una vita surreale con orgoglio e vanto; “Porto l’odore del mio quartiere addosso  L’odore della cotta, il rumore del fornello La cucino e da un grammo ti resta uno 0.4 Ora il tuo amico è depresso, vi fate un tiro in quattro Il mio amico te la porta, porta a porta, però non vende i Folletti (Grr, grr) Giochiamo coi coltelli (Ah), la mia banda come spetsnaz (Grr, grr) Non paghi i pezzi, ti riempiamo di confetti (Pow, pow, pow, pow) Sono nel banco pesce (Ahah), scelgo quello che mangio per cena Esco a caccia quando è buio, cosa mangerò stasera? (Ah-ah) Espongo il tuo corpo nel salotto, maschera di cera (Bla, bla) Siamo entrati nel commercio, presto uscirete di scena (Grrah) So-Sono in giro con los diablos Sto bevendo un caffè con un killer La strada sa cosa ho fatto, non posso mentire Ho una .9, un Kalashnikov, sono pronto ad agire Ho il contatto e il magazzino, il resto puoi capire Parlo con giovani e vecchi come un vero gangster Qua non si muove una foglia o prende anche lei i proiettili (Anche lei)”. Inneggiare alla droga, allo spaccio, all’uso dei coltelli e del ferro come elementi che rendono forti. Forti come i ragazzi che, senza indugio e senza freni, hanno il coltello in tasca e si sentono “re” di un  regno che non conosce declinazione del confine tra il “bene” e il “male”.

maura Ianni

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