Grande attesa in Libano per l’arrivo della premier Meloni

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Sarà una giornata molto densa quella di oggi per la premier Meloni. Direttamente da Bruxelles, volerà in Medio Oriente per una trasferta che aveva già annunciato martedì nel corso dell’informativa alle Camere in vista del Consiglio  europeo. Alle 12 la premier italiana è attesa a Aqaba, in Giordania, dove incontrerà Re Abdallah II; mentre alle 16 sarà a Beirut dove è in programma un faccia a faccia con il primo ministro del Libano, Najib Mikati. La prossima settimana, invece, è prevista una missione del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tel Aviv.

Grande attesa in Libano per la visita della premier Giorgia Meloni, che volerà a Beirut domani al termine del Consiglio europeo in corso a Bruxelles. ”Sarà la prima di alto livello in Libano dopo l’intensificarsi degli attacchi israeliani contro Hezbollah”. Così i media libanesi parlano della visita di venerdì pomeriggio della presidente del Consiglio, che per l’Italia detiene la presidenza di turno del G7.

Durante la missione, “Meloni incontrerà il presidente del Parlamento Nabih Berri, il primo ministro Najib Mikati e visiterà il battaglione del suo paese nel sud, esposto al fuoco israeliano durante gli scontri tra le forze israeliane e Hezbollah. Il sito d’informazione libanese sottolinea che la premier aveva avvertito, intervenendo al Parlamento italiano che “il ritiro della forza Onu sarebbe un grave errore”, nonostante le richieste israeliane. In realtà secondo quanto precisato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, il programma della tappa libanese del presidente del Consiglio non prevede una visita al contingente italiano di Unifil, perché le condizioni di sicurezza non la consentiranno.

Sul tavolo, ovviamente, la drammatica escalation in Medio Oriente, che è in cima alle preoccupazioni del governo Meloni. Non solo per i circa 1.200 soldati italiani impegnati nella missione Unifil, oggetto degli attacchi di Israele, ma anche per come Benjamin Netanyahu sta gestendo sta gestendo la crisi e la reazione di Tel Aviv all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. ”Le autorità del Libano e la sua popolazione attendono l’esito dei contatti internazionali che potrebbero costituire una leva per arrivare al cessate il fuoco nel sud del paese attualmente teatro delle più violente battaglie tra Israele e Hezbollah”, scrive Lebanon 24. Per quanto riguarda la soluzione politica interna (il destino militare di Hezbollah) e l’elezione del presidente, nonostante gli sforzi e l’impegno profusi, ci sono ancora molti ostacoli, “a cominciare dall’incapacità di raggiungere un accordo sul nome del Capo dello Stato secondo la lista che sta circolando”.

Sul Medio Oriente, uno dei nodi era il linguaggio usato per condannare gli attacchi di Israele contro le postazioni dell’Unifil. Nella bozza delle conclusioni, si afferma che “questi attacchi costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e sono totalmente inaccettabili. Devono cessare immediatamente”. Sui conflitti nell’area, tra gli Stati Ue c’è l’unanimità nel chiedere il cessate il fuoco a Gaza e di evitare l’escalation, sulla necessità di fornire “più aiuti umanitari” e sulla “soluzione a due Stati”. Divisioni invece sono emerse su quanto siano legittimi gli attacchi sferrati dall’Idf contro Gaza e Libano e sulle responsabilità del conflitto. Tuttavia, una fonte Ue ha riferito che nella sala la sensazione è che la condotta di Israele sia sempre meno “accettabile”.

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