Giuseppe Conte, con trecento iscritti al Movimento, punta al ‘grillicidio’ azzerando le potestà decisionali del fondatore

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Oggi, sabato 19 ottobre,  trecento iscritti del MoVimento 5 Stelle scelti a sorte discuteranno sulla transizione ecologica, sulla tutela del patrimonio naturale, e dulcis in fondo, sullo statuto del MoVimento 5 Stelle. La società privata “Avventura Urbana”, in collaborazione con Comin & Partners, un’altra società di lobbying e comunicazione, sempre privata, la quale ha supportato Ilva nel processo di vendita, che ha portato alla cessione dell’azienda a ArcelorMittal, hanno predisposto dei documenti per la discussione con domande preconfezionate e “suggerendo” persino le risposte.

L’Assemblea costituente del M5s, a quanto pare, mette nel mirino Beppe Grillo, con  gli iscritti, i vertici e i parlamentari pentastellati  che puntano,  tramite la votazione di una modifica allo Statuto, da ratificare nella fase finale del «congresso» Cinque Stelle, prevista per il 23 e 24 novembre, a   ridurre i poteri del Garante o ad eliminare del tutto la carica oggi ricoperta dal fondatore. Gli attivisti contiani puntano  al depotenziamento o alla cancellazione del Garante: «Vi chiediamo di avanzare delle proposte per garantire l’integrità e l’efficienza dei processi decisionali, tra cui ridurre i poteri del Garante,  o eliminarlo del tutto’, si legge nella «Guida alla discussione per il confronto deliberativo del processo costituente del M5s», consultabile sul sito del Movimento. Si tratta di un documento che contiene i temi discussi e valutati dai 300 iscritti e non iscritti estratti a sorte per la fase del «confronto deliberativo» dell’assemblea dei Cinque Stelle. Dopo le prime due giornate di dibattito dello scorso weekend, sabato e domenica si andrà avanti con la discussione sul tema della revisione dello Statuto. Il testo della guida alla due giorni del prossimo fine settimana è integrato da una «Nota metodologica sulle modifiche allo Statuto e al Codice Etico del M5s» scritta dal giurista Michele Ainis. Nel documento si fa riferimento a una serie di «incompatibilità» nello Statuto. Tra queste anomalie ci sono il fatto che il Garante indichi i componenti del Comitato di Garanzia e che lo stesso Comitato proponga una rosa di tre nomi per il Garante. Ma anche l’insindacabilità dell’interpretazione dello Statuto da parte del Garante e la regola per cui sia nominato a tempo indeterminato.

Beppe Grillo  ha avuto successo in un’impresa considerata da molti impossibile: fondare una forza politica da zero, nella quale i candidati non fossero scelti dai capi partito ma dagli iscritti tramite un processo democratico, e riuscire ad arrivare al governo del Paese forti di oltre dieci milioni di voti. Beppe Grillo non si è mai candidato e non ha candidato il proprio figlio, avvocato o notaio e nemmeno amici vari.

Possibile che chi ha permesso a centinaia di persone che mai sarebbero diventate parlamentari di sedere tra gli scranni del Senato e di Montecitorio, a migliaia di comuni cittadini di entrare nei consigli comunali e regionali, adesso sia fatto fuori proprio dalla persona a cui ha dato l’immensa possibilità di diventare Presidente dei Consiglio e di una forza politica come il Movimento 5 Stelle? E che tutto questo sia fatto coinvolgendo due società private e 300 iscritti sorteggiati con l’ausilio persino di una trentina di minorenni?

Se si vogliono cambiare simbolo nome e regole fondative, perché a questo punto non fondare un nuovo partito a immagine del Presidente, lasciando in pace il MoVimento 5 Stelle con i suoi valori e principi? Che senso ha rimettere totalmente in discussione lo statuto approvato appena tre anni fa? Perché anziché una serena discussione sui motivi del calo di consenso del Movimento si vuole far fuori il fondatore, aizzando gli iscritti e con la collaborazione di società private? Quanto potranno mai queste società indirizzare la discussione in una direzione non gradita al committente (cioè i vertici del MoVimento 5 Stelle)? Quanti sono gli iscritti attuali al movimento dopo una decimazione per raggiungere il quorum necessario per cambiare lo statuto?

Conte si fondi pure la sua forza politica, ma lasci in pace chi vuole rispettare principi e valori del MoVimento. E se davvero vuole fare fuori Beppe Grillo dal MoVimento che lui stesso ha fondato, agisca apertamente e non tramite “iscritti sorteggiati”, “simpatizzanti” e “società di lobbying”.

«Si profila un grillicidio», dice l’ex deputato del M5s Marco Bella, che invita Conte a «farsi un partito». «Conte fondi un suo partito», gli fa eco l’ex sottosegretario Alessio Villarosa.

Secondo un documento reso noto dal Corriere della Sera e riportato da Il Giornale, i tavoli tecnici – coordinati da Avventura Urbana – stanno esaminando diverse nuove proposte.

Secondo i fedelissimi di Grillo, queste mosse rappresentano un vero e proprio “grillicidio“, con l’ex premier che tenta di estromettere il fondatore dal controllo del partito.

Un ex ideologo del movimento, Paolo Becchi, ha commentato su X (ex Twitter): “Un modo per vincere la sua battaglia contro Grillo Conte lo ha finalmente trovato. Basta eliminare il ruolo del garante per prendere due piccioni con una fava“.

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