Quando il muro viola i diritti umani?

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Il concetto di “muro” nel diritto internazionale è complesso e può essere affrontato sotto diverse prospettive, a seconda della funzione, del contesto storico, politico e geografico del muro stesso. Questo tipo di strutture ha avuto diverse applicazioni nel corso della storia, come strumenti di difesa, confine, segregazione o controllo dell’immigrazione, e il diritto internazionale ha faticato a disciplinare il loro uso, specialmente in considerazione delle norme relative ai diritti umani, alla sovranità statale, e alla sicurezza. Uno degli argomenti principali a favore della costruzione dei muri è il diritto di uno Stato a difendere la propria sovranità e a garantire la sicurezza nazionale. Secondo il diritto internazionale, gli Stati hanno il diritto di proteggere i propri confini da minacce esterne, e in questo contesto i muri possono essere giustificati come misure di difesa. Tuttavia, esistono importanti limitazioni poste dalle norme internazionali.Le barriere fisiche possono avere un impatto sui diritti umani delle persone che vivono vicino ai confini o che cercano di attraversarli. Gli Stati sono obbligati a rispettare i diritti sanciti da trattati internazionali, come il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR) e il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR). Tra i diritti fondamentali troviamo:a)Libertà di movimento: garantita dall’articolo 12 dell’ICCPR, questo diritto può essere limitato dalla costruzione di muri, specialmente quando impedisce agli individui di accedere a beni e servizi o attraversare per motivi umanitari.b)Diritto alla vita e alla sicurezza: le barriere che limitano l’accesso ai rifugiati e richiedenti asilo possono entrare in conflitto con il principio di non-refoulement, stabilito dall’art 33 Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951, che vieta di respingere persone verso paesi dove potrebbero subire persecuzioni.La costruzione di muri può sollevare questioni relative a violazioni del diritto internazionale. Ad esempio, se un muro viene costruito su un territorio conteso o occupato, può essere considerato una violazione del principio di non acquisizione di territorio con la forza. La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) è spesso chiamata a risolvere le controversie relative ai confini internazionali e alle violazioni di sovranità, come vedremo nel caso della barriera eretta da Israele in Cisgiordania presentata come misura di sicurezza per proteggere i cittadini israeliani dagli attacchi terroristici. Tuttavia, in relazione a tal muro, nel 2004, la Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) ha emesso un parere consultivo in cui ha dichiarato che la costruzione della barriera in alcune parti della Cisgiordania violava il diritto internazionale, poiché era stata costruita su territorio occupato e aveva impatti negativi sui diritti dei palestinesi.La Corte ha anche sottolineato che il muro interferiva con il diritto di movimento dei palestinesi e con l’accesso a servizi essenziali come sanità e istruzione, oltre a rappresentare una possibile annessione de facto di territorio palestinese.La costruzione di muri e barriere di confine è il principio della sovranità territoriale degli Stati, sancito dall’Articolo 2(1) della Carta delle Nazioni Unite. Gli Stati hanno il diritto sovrano di controllare il proprio territorio e decidere le misure di sicurezza necessarie per proteggere i propri confini.Tuttavia, il principio della sovranità è limitato dal rispetto di altri obblighi internazionali, come quelli legati ai diritti umani, alle leggi sui rifugiati e alle relazioni di buon vicinato sancite nel diritto consuetudinario internazionale.Un aspetto centrale della questione dei muri è la loro compatibilità con il diritto internazionale dei diritti umani. Alcuni muri hanno avuto impatti negativi sui diritti fondamentali, come il diritto alla libertà di movimento, il diritto alla vita privata e familiare, e il diritto a un alloggio adeguato.Nel XXI secolo, il concetto di muro si è esteso oltre le strutture fisiche, comprendendo confini virtuali e misure di sicurezza come il controllo delle frontiere marittime o l’uso della tecnologia per sorvegliare i confini.Nel diritto internazionale, la costruzione di muri e barriere di confine rappresenta una sfida complessa. Da un lato, gli Stati hanno il diritto di proteggere i loro confini e garantire la sicurezza nazionale, ma dall’altro lato, devono rispettare una serie di obblighi internazionali relativi ai diritti umani, alla sovranità dei paesi vicini, e al trattamento dei rifugiati e dei migranti.La soluzione a queste problematiche risiede in un delicato equilibrio tra la protezione della sicurezza nazionale e il rispetto degli obblighi internazionali, con l’obiettivo finale di promuovere la pace e la cooperazione tra gli Stati.

Paolo Iafrate

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