Alle 15.30 in punto, di oggi pomeriggio, con un mare forza 24, sotto un cielo cupo e una pioggia insistente, sulla banchina retrostante il terminal crociere del porto di Bari è attraccata la motovedetta della Guardia Costiera con a bordo i 12 migranti, di età compresa tra i 20 e i 45 anni, del centro italiano di permanenza per il rimpatrio è arrivata nel capoluogo pugliese dall’Albania. Un viaggio il loro durato solo 5 ore per una traversata veloce dall’Albania a Bari, che ha impiegato metà del tempo che ci mette un traghetto di linea. Dopo le operazioni di attracco sotto l’occhio vigile, da terra, degli agenti della polizia di frontiera e dal mare di una motovedetta del comparto aeronavale della guardia di finanza sono iniziate, poco prima delle sedici le operazioni di sbarco. Sono stati fatti scendere una alla volta ad intervalli temporali di un paio di minuti l’uno dall’altro con un borsone tra le mani. A terra ad attenderli due pulmini che dopo averli fatti salire 6 per volta, in tutta fretta, scortati dalle forze dell’ordine li hanno trasferiti al Cara, il centro di accoglienza per richiedenti asilo, di Bari Palese di fronte all’aeroporto internazionale “Karol Wojtyla”. Il rimpatrio per loro è stato disposto dopo che venerdì scorso la sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il provvedimento del loro trattenimento all’interno del centro di Gjader, in Albania. I 12 migranti, 5 egiziani e 7 bengalesi, al momento dello sbarco sono apparsi notevolmente provati e impauriti, quasi in una condizione di shock emotivo. Non hanno rivolto la parola a nessuno del personale italiano impiegato a terra perché sembrava avessero paura di parlare temendo, con tutta probabilità, che qualsiasi cosa potessero dire potesse compromettere o mettere a rischio il loro percorso giuridico per una eventuale permanenza in Italia. Al loro arrivo nel centro di Palese i migranti, che pare stiano bene di salute, hanno chiesto di poter contattare telefonicamente le famiglie, cosa che in Albania pare gli sia stato impedito, perché hanno riferito da oltre 2 settimane, da quando sono partiti, le loro famiglie non hanno avuto notizie e non sanno se sono vivi o morti. I dodici hanno chiesto, anche, se Bari è la loro destinazione finale in Italia. Loro oggi, nonostante la loro richiesta di essere riconosciuti beneficiari dello status di rifugiato politi attraverso l’ottenimento dell’asilo politico sia stata rigettata, hanno, a partire da oggi, due settimane di tempo per presentare ricorso contro quel rigetto. Intanto, il rientro dei dodici extracomunitari in Italia ha suscitato nel Paese una serie di reazioni a catena e contrastanti tra loro. Da via Arenula, il Guardasigilli, Carlo Norbio ha fatto sapere, a nome del governo che nel consiglio dei ministri convocato per domani, l’esecutivo approverà un apposito decreto legge per evitare nuove falle nel sistema adottato dal governo che prevede l’utilizzo del territorio albanese in materia di immigrazione.