Sono stati determinanti i voti a favore da parte dei cittadini moldavi all’estero per la vittoria del “sì” per il referendum di adesione all’Unione Europea. Per diverse ore si era registrato un testa a testa in cui i “no” sono stati in vantaggio a lungo. Ci vorrà, invece, il secondo turno elettorale per stabilire chi tra la presidente Sandu e lo sfidante Stoianoglo sarà il prossimo presidente del Paese ex sovietico. Per un soffio è passato, con una percentuale di poco al di sopra del cinquanta per cento, è passato il via libera al referendum sull’adesione della Moldova all’Unione Europea è passato per un soffio. A questo punto l’inserimento nella Costituzione dell’adesione all’Ue è matematica, anche se mancano, ancora, i dati di quindici seggi. Al momento sono stati scrutinati 2206 su 2219. Il fronte del “no”, gradito a Mosca, si sono è fermato al 49,61 per cento, con 734.571 voti, contro 746.032 del “sì”. A segnare la differenza, sono state le poche migliaia di voti della diaspora. Secondo gli osservatori il risultato di misura suona come un affronto per la presidente filo europea, Maia Sandu, che ha parlato di interferenze straniere. Sandu ha accusato “gruppi criminali” di avere minato il referendum dopo che, a inizio mese, le forze dell’ordine moldave hanno scoperto un massiccio sistema di acquisto di voti orchestrato da Ilan Shor, un oligarca in esilio in Russia, che avrebbe pagato quindici milioni di euro a cento trentamila persone per compromettere le due votazioni.