La vittoria di Giuseppe Conte sul fondatore del Movimento 5 Stelle era annunciata da tempo ed è arrivata in anticipo rispetto ai tempi previsti. Il leader ed ex Premier ha trasformato in modo definitivo l’ ex movimento grillino in un partito personale. Ed è veramente ridicolo vedere Beppe Grillo rivendicare il contratto di trecentomila euro . Oggi quello che più conta è la cancellazione del movimento del vaffa che in realtà era già morto da quando inizio’ l’ avventura governativa nel 2018, anche se continua a vivere nell’immaginario di pochi illusi. Conte ha dimostrato di essere un politico navigato in grado di muoversi nel caos politico ed istituzionale dell’ Italia di oggi. Adesso tutti si chiedono dove condurrà il suo partito personale? La percentuale in termini di voti, di cui dispone, si è ridotta ad un terzo, tenendo conto che nel 2018 viaggiava al di sopra del 32%. Ma l’ex Premier non va sottovalutato: di sicuro non farà la spalla di Elli Schlein e nemmeno accetterà un ruolo residuale. A sinistra, oramai, non esiste più un’ egemonia politica del PD, nonostante il suo 24%, perché ha perso le radici politiche di quello che fu il PCI e di conseguenza non ha la forza e né l’ intuito per poter ricreare una casa comune che accolga tutto il centro sinistra. I 5 Stelle, al contrario, con il loro radicalismo populista sono in grado di imporre certe scelte e all’uopo sanno scendere al compromesso di potere. Possiamo così definirli: radical- populisti quando devono ostacolare il PD, opportunisti quando devono trattare con la controparte, fosse anche Giorgia Meloni con i suoi Fdli. Del resto Giuseppe Conte non è mai stato un rivoluzionario e gli andava stretto il vestito che gli aveva imposto di indossare Beppe Grillo e quindi una volta liberatosi del padre fondatore è riuscito abilmente ad inserirsi nel gioco politico, nel meccanismo di un’ alleanza col resto del centrosinistra che diventa sempre di più una rivalità. Molti ritenevano e ritengono che alla fine il PD fagociterà i grillini, ma a nostro giudizio, non sarà così, anzi, l’ex Premier tenterà di avvicinarsi sempre di più al Pd, con l’intento di guidarlo e renderlo strumento della sua ambizione. Del resto Conte non nasconde la sua ambizione di rientrare a Palazzo Chigi , per cui non ha altra strada che imporre al Pd la sua leadership di fatto, facendo valere la sua regola. Intanto, alla luce di quelli che saranno i risultati delle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimo, si capirà meglio, quale sarà il futuro del centrosinistra.
L’Avvocato del popolo sconfigge Grillo
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