82 premi Nobel dicono ‘no’ ad una nuova elezione di Donald Trump alla Casa Bianca

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“Queste elezioni presidenziali sono le più importanti per la scienza da moltissimi anni, forse da sempre”, con queste parole ben 82 premi Nobel si sono schierati a sostegno di Kamala Harris in vista delle imminenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il New York Times è entrato in possesso di una copia della lettera pubblica in cui gli 82 firmatari hanno spiegato perché, nonostante le loro diverse idee politiche, non hanno nessun dubbio sul fatto che il prossimo presidente degli Stati Uniti dovrà essere la candidata democratica Kamala Harris. A loro avviso,  se rieletto,  l’ex presidente Donald Trump potrebbe “mettere a repentaglio qualsiasi miglioramento nel nostro tenore di vita, rallentare il progresso della scienza e della tecnologia e ostacolare le nostre risposte al cambiamento climatico”.

La lettera dei premi Nobel contro Trump

Riporta il New York Times che la Harris viene elogiata  per aver riconosciuto come “gli enormi miglioramenti degli standard di vita e delle aspettative di vita negli ultimi due secoli siano in gran parte il risultato dei progressi della scienza e della tecnologia”.

 Un altro dei meriti chei avrebbe la candidata democratica è quello di aver più volte riconosciuto il contributo di ricercatori immigrati alla ricerca e al progresso, nazionale e mondiale, che è stato possibile raggiungere. Tra gli 82 firmatari ci sono anche alcuni dei ricercatori che si sono aggiudicati il Premio Nobel quest’anno, come il biologo molecolare Gary Ruvkun (Nobel per la Medicina), il chimico David Baker (Nobel per la Chimica), il fisico John Hopfield (Nobel per la Fisica) e l’economista Daron Acemoglu.

Un nuovo mandato a Trump sarebbe  “anti-scienza” e “anti-università” più volte affermate dall’ex presidente, ma anche dalla scarsa attenzione che Trump ha dato alla scienza nel suo precedente mandato. Joseph Stiglitz, un economista della Columbia University Premio Nobel per l’Economia nel 2001, che ha redatto la lettera, ha spiegato al New York Times di essersi convinto ad appoggiare Harris soprattutto per gli “enormi tagli fatti alla scienza” da Trump durante il suo mandato. Questi avrebbero infatti ridotto in modo grave i fondi destinati ad alcuni principali enti scientifici e ambientali degli Stati Uniti, tra cui i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), la National Science Foundation e l’Agenzia per la protezione dell’ambiente. A riprova del fatto che non ha rivisto le su posizioni sul ruolo della scienza e della ricerca, Trump ha suggerito di chiudere il Dipartimento dell’Istruzione. “Spero che sia un campanello d’allarme per le persone’’, ha spiegato Stiglitz a proposito della lettera.

Non è la prima volta che i premi Nobel si esprimono sulle elezioni presidenziali del 2024. Joseph Stiglitz, che ha vinto il premio nel 2001, ha guidato questa petizione e un’altra pubblicata a giugno. L’ultima lettera, firmata da 16 economisti, metteva in guardia da una potenziale riaccensione dell’inflazione sotto Trump. Da allora, i Democratici hanno cambiato candidato, sono state raccolte più informazioni da entrambe le parti e altri economisti hanno vinto il Nobel, rendendo più lunga la lista dei sostenitori di Harris. Due dei tre più recenti studiosi che hanno ricevuto il premio Nobel si sono uniti alla causa.

In quella che, secondo le previsioni di molti, sarà una corsa estremamente combattuta, un solido piano economico rimane cruciale per i candidati che cercano di conquistare il voto. L’economia ha un peso maggiore rispetto agli ultimi cicli elettorali, secondo il recente sondaggio di Gallup condotto su 941 elettori registrati. Ben il 52% afferma che la posizione del candidato sull’economia ha un’influenza “estremamente importante” sulla scelta del voto, il valore più alto mai raggiunto dai tempi della Grande Recessione.

Di fatto, è ora considerata la questione numero uno rispetto ad altre 22 questioni elencate. Una cosa su cui i cittadini sono d’accordo è che l’economia non è al punto in cui vorrebbero che fosse. Circa 7 americani su 10 affermano che il Paese sta andando nella direzione sbagliata, secondo un sondaggio condotto tra gli elettori dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research. Mentre il 38% afferma che l’economia nazionale sta andando bene, il 62% afferma che è in cattive condizioni.

Detto questo, secondo un sondaggio del FT e della Ross School of Business dell’Università del Michigan, il 44% degli elettori registrati è a favore di Trump sull’economia rispetto al 43% di Harris. Il verdetto non è ancora stato emesso, ma se si sceglie di votare seguendo i Premi Nobel, Harris è la candidata vincitrice.

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