Landini su Repubblica: parla della crisi dell’auto incolpando il governo, ma senza citare Elkann e Stellantis

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Maurizio Landini, ex capo dei metalmeccanici, ora alla guida del sindacato rosso, attacca governo e imprenditori, con governo che favorisce gli “evasori fiscali”, attaccando in prevalenza al vicepremier Matteo Salvini, che gli aveva dato dell’estremista. Poi, cita Stellantis e John Elkann, avvertendo che non è stato creduto, dal governo italiano, abbastanza nell’elettrico’.

Purtroppo, il problema è opposto, l’elettrico costa troppo e non si vende. Potrebbe anche aggiungere che Elkann ha promesso cose che non ha realizzato e produce i nuovi modelli dei marchi italiani in Serbia, Polonia, Marocco. Potrebbe ricordare che Elkann ha rifiutato di venire in Parlamento. Ma la parola Elkann o azionisti Stellantis non riesce ad uscirgli dalla bocca, da quando hanno comprato Repubblica, che infatti diligentemente lo intervista ad ogni piè sospinto.

Landini su Repubblica ha presentato la lista di richiesta che formulerà nell’incontro di oggi con Giorgia Meloni. “Chiederemo alla premier – tuona il segretario della Cgil – di ripristinare i 4,6 miliardi tagliati al settore dell’automotive che è dentro una crisi epocale. Di ridurre la spesa per armi. Di aumentare la spesa sanitaria e per la scuola pubblica. Di avviare una seria riforma fiscale, tassando rendite e profitti. Di fare una riforma delle pensioni giusta e per i giovani. Di alzare le risorse per il contratto di lavoro dei dipendenti pubblici: non basta un 6% in più contro 17 punti persi per l’inflazione. Chiederemo anche di cambiare il collegato lavoro che liberalizza la precarietà. Di investire seriamente sulla sicurezza e cancellare la logica del subappalto a cascata. Di ripristinare il fondo affitti dei Comuni. Di abrogare la legge sull’autonomia. Senza risposte – minaccia Landini – sarà sciopero”. Insomma, più che richieste, slogan pretestuosi per dichiarare sciopero. Ma questo, di certo, su Repubblica non poteva scriverlo. Fuor di ogni dubbio, l’insuccesso conseguito da Maurizio Landini, reduce dalla delusione dell’ultimo sciopero proclamato dalla Cgil con l’adesione di appena 5 lavoratori su 100, deve averlo sicuramente turbato molto…

“Dopo anni di imbarazzanti silenzi sul disimpegno del gruppo Fiat, prima, e di Stellantis, poi, dall’Italia, La Repubblica pubblica un articolo a dir poco grottesco”. Sono le parole del senatore Luca De Carlo, presidente della commissione Industria. “Secondo loro il calo dell’automotive in Italia non sarebbe responsabilità del suo editore; ma piuttosto del governo Meloni e dello Stato italiano, che non riempiono di soldi Stellantis anche quando riduce produzione e occupazione. Insomma, La Repubblica, di proprietà degli Elkann, invoca un super bonus Stellantis: miliardi pubblici concessi gratuitamente e senza impegno”.

“Ci vuole davvero una gran bella faccia tosta a incolpare il governo della crisi dell’automotive in Italia”, mette il carico da undici il capogruppo al Senato Lucio Malan: “È quella de La Repubblica, di proprietà di John Elkann e quindi di Stellantis. Che in un articolo incolpa il governo di aver tagliato i fondi per l’auto, essendo così venuto meno al suo impegno di sostenere il settore nel suo periodo più difficile”. Nulla di più falso, spiega. Perché il governo Meloni dall’inizio del suo insediamento, attraverso l’impegno del ministro Urso, ha posto tra le priorità proprio la tutela della produzione e dei livelli occupazionali del settore auto. Quello che finora Stellantis non ha garantito. Eppure vorrebbe comunque continuare a percepire sovvenzioni e sostegni”.

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