Le elezioni più contestate del dopo guerra

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Oggi, gli Stati Uniti, nelle elezioni più contestate del dopo guerra, si giocano oltre alla Casa Bianca e al Congresso, la credibilità e la stabilità delle loro istituzioni e della loro democrazia. Al netto del risultato del voto, gli americani e l’ intero Occidente dovranno abituarsi ad un Paese in affanno non solo all’ interno, ma anche nel ruolo fino ad oggi avuto nel mondo Intero. L’ Europa liberale e democratica guarda con speranza alla vittoria di Kamala Harris, che di questi valori si fa portatrice, della fedeltà alla Nato, ma sarebbe sempre una Presidenza tormentata dalle prevedibili contestazioni , ma anche frenata da un Senato ostile. E’ molto probabile, tenuto conto che l’elezione si gioca con un testa a testa, che i democratici perderanno il Senato, essenziale per il ruolo che ha di ratifica delle nomine che fa il Presidente: tutti i ministri, gli ambasciatori, i capi delle agenzie federali, i giudici. Questo metterebbe Harris in una posizione di grande debolezza, anche perché i trumpiani, in caso di sconfitta saranno furenti. Per la Camera dei rappresentanti, i democratici non dovrebbero avere problemi di conquistarla, anche in caso di sconfitta. Kamala Harris, durante questa campagna elettorale, ha più volte ribadito di voler riunificare il Paese . Sarà , però, alquanto difficile, in caso di una sconfitta di Trump di misura, che l’ atmosfera si rassereni rapidamente, fino ad una collaborazione bipartisan. L’ ex Presidente in caso di sconfitta deve affrontare una serie di processi penali, tra cui quello per il tentativo di alterare il risultato delle elezioni del 2020 e l’ assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Del resto il tycoon dice che in caso di sconfitta, gli conviene andare in esilio , per trasferirsi in un Paese più sicuro della sua America. Ma nonostante i sondaggi dicano di un testa a testa, Donald Trump ha più concrete possibilità di tornare alla Casa Bianca, perché rispetto al 2020 ha avuto il vantaggio di presentarsi agli elettori da sfidante e non da responsabile di un governo impopolare e anche quello di confrontarsi con avversari molto deboli: prima Biden , poi la Harris, piu giovane di lui, ma poco esperta e affetta da una mancanza di leadership. Poi ha potuto contare sull’ appoggio finanziario di Elon Musk e anche a livello di comunicazione il magnate lo ha appoggiato con la sua piattaforma X. Per quanto attiene alla politica estera, Trump non la stravolgerà, cercherà di fare sentire la sua voce in Medio Oriente e cercherà un compromesso con Putin sull’ Ucraina. Ciò che sicuramente cambierà saranno gli ideali repubblicani che tenderanno sempre più a radicalizzarsi .

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