Cronaca di un copione annunciato: “Il governo manda i clandestini in Governo italiano tra Albania e divieti posti dalla magistratura che ignora il decreto Paesi sicuri e le toghe rosse vogliono riportarli in Italia”.
Giorgia Meloni usa l’ironia. L’Albania sarà un flop?, le chiedono alla festa delle Forze armate. “Ancora, avete la fissazione…” e sorride, mentre lascia il Villaggio Difesa. Ma alla buona notizia della giornata, la ripresa delle partenze dei migranti in direzione dell’Albania, ha fatto da contraltare un’altra sentenza blocca-rimpatri arrivata da Catania, che forse quel sorriso alla premier lo avrà un po’ rovinato. Ma la linea del governo non cambia: alcuni migranti sono stati presi a bordo dalla nave la Libra a sud di Lampedusa in acque internazionali per essere trasferiti nei centri in Albania.
“Le operazioni di trasporto di migranti verso l’Albania possono riprendere”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della riunione ministeriale del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile. “Sono fiducioso che il decreto sui Paesi sicuri dei giorni scorsi possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell’autorità giudiziaria, ha precisato. “Se non lo fossi stato non l’avremmo fatto”, ha chiarito.
I magistrati, però, continuano a “mirare” ad alzo zero contro il governo e la sua politica sui migranti da espellere e rimpatriare. La sezione Immigrazione del Tribunale di Catania ha annullato ieri, con un provvedimento, il trattenimento, disposto dal questore di Ragusa, di un migrante egiziano sbarcato in Sicilia. Arrivato a Pozzallo (Ragusa) il migrante ha chiesto lo status di rifugiato. Si tratta del primo provvedimento dopo l’approvazione del nuovo decreto legge sui paesi sicuri. La richiesta del Questore era stata depositata lo scorso 2 novembre e notificata al legale del migrante, l’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro. “Una lista di ‘paesi sicuri’ “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità di tale designazione con il diritto dell’Unione europea e in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani che investono le libertà di un ordinamento democratico”, scrive il Tribunale di Catania nel provvedimento. “E’ la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri”, commenta il legale del migrante, l’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro.
Il giudice della sezione Immigrazione del Tribunale di Catania che oggi ha annullato il provvedimento di trattenimento che era stato disposto dal Questore di Ragusa nei confronti di un cittadino egiziano sbarcato in Sicilia, cita nel provvedimento lungo 12 pagine, la sentenza della Corte di giustizia europea che era stata emessa lo scorso 4 ottobre. Ecco cosa scrive il giudice: ”I rischi di insicurezza che riguardino, in maniera stabile e ordinaria, intere e indeterminate categorie di persone portano de plano il decidente a negare che Egitto possa ritenersi paese sicuro alla luce del diritto dell’Ue e ciò per quanto si legge nelle argomentazioni della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 4 ottobre 2024.
Anche da Roma è arrivato un provvedimento che riguarda uno dei primi dodici naufraghi trasferiti in Albania e il tribunale nell’accogliere il ricorso contro la commissione territoriale che gli ha negato l’asilo, rinvia alla Corte di giustizia europea il nuovo decreto “Paesi sicuri” .
I giudici italiani non trovano eco in Albania. Il premier Edi Rama, che a dispetto del suo partito ha firmato con Giorgia Meloni l’accordo per i Cpr, ribadisce la linea sull’immigrazione clandestina e la sua stima per la premier. “Le decisioni dei tribunali non cambiano nulla – spiega in una lunga intervista al Giornale, “perché noi non abbiamo nessuna responsabilità nell’esecuzione dell’accordo. Tranne quella di dare la totale disponibilità tramite la concessione della giurisdizione italiana al territorio dei due centri”. Non sa se la missione della Libra andrà liscia e non vuole commentare l’operato delle toghe in Italia, però dice chiaramente che chi lavora sulla paura non fa un buon servizio alla politica.
Insomma governare è un mestiere difficile oggi più di ieri. “Gli stessi margini di manovra dei governi nazionali sono limitati per tante ragioni. Ed è anche per questo che Giorgia ha sorpreso tanti in Europa. Quelli che si aspettavano di vedere in lei la novizia in camicia nera che marcia su Roma o spacca i vetri dei palazzi dei poteri sovranazionali, hanno scoperto un leader che si batte per rendere l’Italia più importante in Europa. Non l’Europa meno importante in Italia». Purtroppo – aggiunge Rama – “viviamo in un mondo dove la riflessione politica e il pensiero strategico vengono sempre meno. E dove la velocità della vita sui social e tramite WhatsApp sembra averci tolto il più grande dono di Dio: il tempo per dubitare e riflettere prima di parlare e agire!».