Tajani: da gennaio lavoreremo con Trump, prioritaria la questione Nato

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“Le relazioni transatlantiche sono le priorità per il governo italiano insieme ai rapporti con l’Unione Europea. Noi, quindi, lavoreremo con l’amministrazione Trump che arriverà all’inizio di gennaio; credo che si potrà discutere di molte questioni, la questione della Nato certamente è fondamentale, noi vogliamo un’Europa più forte all’interno della Nato, le richieste che arrivano dagli Stati Uniti sono richiese anche ragionevoli, bisogno comprendere quali sono i tempi necessari”. Lo ha dichiarato Antonio Tajani, vice premier e ministro degli Esteri, ospite alla maratona America 2024: Harris vs Trump su Sky Tg24.

Le Nazioni Unite sono ”pronte a lavorare in modo costruttivo” con il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. A dichiararlo il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. “Elogio il popolo degli Stati Uniti d’America per la sua partecipazione attiva al processo democratico. Le Nazioni Unite sono pronte a lavorare in modo costruttivo con la nuova amministrazione per affrontare le sfide drammatiche che il nostro mondo sta affrontando”, ha affermato Guterres.

Intanto al Palazzo di Vetro l’Assemblea Generale si è riunita mercoledì per dibattere la situazione di UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, che rischia la totale paralisi dopo i divieti ad operare da parte di Israele. Il capo dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, rivolgendosi ai paesi membri dell’ONU riuniti all’UNGA ha detto che tutti “devono difendere l’agenzia di soccorso dei rifugiati palestinesi dal divieto di Israele perché sta affrontando la sua ‘ora più buia. Senza l’intervento degli Stati membri, l’Unrwa crollerà, gettando milioni di palestinesi nel caos”, ha detto Lazzarini, chiedendo all’Onu, che ha creato l’agenzia nel 1949, di impedire l’attuazione del divieto israeliano, formalizzato pochi giorni fa. Lazzarini ha inoltre informato sulla situazione a Gaza, ricordando all’Assemblea Generale che l’UNRWA è stata un’ancora di salvezza per la popolazione di Gaza, soprattutto nell’ultimo anno. Il suo staff, ha detto Lazzarini, ha lavorato per 13 mesi senza sosta, in mezzo a immense difficoltà e perdite personali. Ha ricordato agli Stati membri i 239 membri del personale dell’UNRWA che sono stati uccisi. Più di due terzi delle sedi dell’UNRWA sono state danneggiate o distrutte. Quindi Lazzarini ha chiesto indagini indipendenti su queste violazioni. Infine, ha chiesto che gli Stati membri mantengano i finanziamenti all’UNRWA e non trattengano o dirottino fondi sul presupposto che l’Agenzia non possa più operare.

I palestinesi si rivolgono a Donald Trump, vincitore delle presidenziali Usa per la seconda volta, chiedendogli di porre fine alla guerra a Gaza, come il tycoon ha più volte promesso in campagna elettorale. “Trump ha affermato che avrebbe chiesto la fine dell’aggressione a Gaza e avrebbe fermato le guerre in Medio Oriente. Ora che ha vinto, la cosa più importante che gli chiediamo è di porre fine alla guerra su Gaza. Che questa guerra abbia fine” dice un uomo.

“Abbiamo bisogno di un leader forte come Trump per porre fine a tutto questo. Ne abbiamo avuto abbastanza” afferma un altro. C’è anche chi mantiene la lucidità malgrado tutto e ritiene che col nuovo presidente repubblicano difficilmente cambierà qualcosa per i palestinesi, dato che “i paesi arabi restano in silenzio” e lo stesso presidente palestinese non dice nulla”.

Un alto esponente di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha invitato Trump “a imparare dagli errori di Biden”, affermando che sarà messo alla prova riguardo alle dichiarazioni fatte in campagna elettorale sulla sua capacità di mettere fine in poche ore alla guerra nella Striscia di Gaza qualora avesse vinto le elezioni.

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