Trump ha scelto lo ‘zoccolo duro’ della sua squadra di governo

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Donald Trump ha già scelto lo “zoccolo duro” per il suo secondo ingresso alla Casa Bianca. Il nuovo team di governo dovrà agire contro il deep state e i migranti irregolari ma anche contro tutti i dipendenti federali considerati un ostacolo all’agenda politica repubblicana. Per trovare tutte le nuove personalità politiche il neo-presidente è riuscito a impiegare meno di 7 giorni

Il contrasto alle migrazioni irregolari è stato uno degli argomenti principali della campagna repubblicana e Trump ha scelto Tom Homan come responsabile di questo dossier insieme all’ex speechwriter Stephen Miller, il primo fu a capo dell’Ice (agenzia federale per l’Immigrazione) in passato e adesso è responsabile dei confini statunitensi. Il funzionario statunitense ha già scelto la linea operativa visto che invierà la Guardia nazionale negli Stati repubblicani e democratici per assistere l’Ice nella programmazione degli allontanamenti dei migranti clandestini.

Susie Wiles, invece, sarà il capo staff nella nuova amministrazione, mentre Stephen Miller sarà il suo vice. La donna è la prima ad ottenere il ruolo di capo staff nella storia americana e Trump sembra molto affezionato a lei, tanto da appellarsi a lei come “Ice baby” ossia ragazza di ghiaccio.

Assieme ai due falchi dell’immigrazione, spunta il nome di Kristi Noem, già governatrice del South Dakota e adesso a capo del dipartimento di sicurezza Interna. Il budget stanziato per la nuova lealista di Trump risale a 60 miliardi di dollari. Come prossimo consigliere della sicurezza Nazionale spunta il nome del deputato Mike Waltz: costui è stato inviato in Afghanistan, Africa e in generale in Medio Oriente, oltre ad essere stato uno dei temibili “berretti verdi”.

Secondo alcuni media americani, Marco Rubio potrebbe essere il nuovo segretario di Stato americano: quest’ultimo è senatore della Florida e avrebbe mobilitato il voto della popolazione ispanica verso Donald Trump. Il politico americano nutre ostilità nei confronti della Cina e di Cuba, da cui la sua famiglia è dovuta fuggire. La 4oenne Elise Stefanik, ora ambasciatrice alle Nazioni unite dopo essere stata deputata a New York e numero 3 al Congresso, completerà il team della politica estera.

“Le industrie vogliono crescere, espandersi ed avere l’abilità di esportare quello che producono, invece di esportare posti di lavoro”. L’ha detto Lee Zeldin intervistato da Fox news, anch’egli deputato e avvocato americano, chiamato ad abolire le decisioni prese da Joe Biden sull’ambiente nell’Epa, che equivale al ministero dell’Ambiente. Secondo lui “ci sono regolamenti che la sinistra ha adottato che finiscono per spingere il business nella direzione sbagliata”. Il suo lavoro dovrà affiancare la scelta del nuovo Presidente repubblicano nell’uscita dagli accordi di Parigi sul clima.

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