La sinistra pronta a tutto per boicottare a Bruxelles la nomina di Fitto. Meloni: ‘Per la sinistra Fitto non merita la vicepresidenza’

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Mentre a Bruxelles si sta ancora giocando la partita a scacchi sulle valutazioni dei vicepresidenti esecutivi, il Pd se le inventa tutte, anche propagandando vere e proprie mistificazioni, pur di giustificare la propria scelta anti-italiana di mettere i bastoni tra le ruote a Raffaele Fitto. Arrivando a chiedere alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen di derubricarne il ruolo da vicepresidente esecutivo a commissario.

Dopo una vigilia di veti incrociati, giochi di prestigio e messaggi cifrati i Socialisti europei gettano la maschera sulle nomine Ue e la designazione di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. E ufficializzano a von der Leyen la richiesta, già nell’aria da ieri, di derubricare al ministro italiano il ruolo di vicepresidente esecutivo a commissario. Tutto perché – questa le tesi – la commissione europea non risulti sbilanciata a destra. Tutto all’insegna della anti-italianità pur di boicottare il governo di Roma. Lo stallo prosegue, l’incontro tra Ursula von der Leyen e i leader dei Popolari Manfred Weber, dei Socialisti Iratxe García Pérez e dei Liberali Valérie Hayer si è risolto in un nulla di fatto.

Intervistato dal Corriere della Sera, è stato Dario Nardella a chiarire, o meglio, ribadire che la priorità del Pd non è che l’Italia abbia una posizione di peso all’interno della Commissione, ma che la Commissione non sia sbilanciata a destra. Nardella ha confermato il giudizio positivo sull’audizione di Fitto, ma ha sottolineato che “resta il problema dell’assetto politico della Commissione, che ha un asse molto spostato sulle posizioni conservatrici” e che “noi dobbiamo anche considerare l’impostazione complessiva della Commissione”. “Von der Leyen – ha aggiunto l’eurodeputato dem – sta giocando con il fuoco: se i nodi non vengono sciolti ne trarremo le conseguenze anche sul voto finale del collegio”. Dunque, i maggiorenti del Pd, anche a dispetto di alcune voci interne più aperturiste, si stanno giocando una partita tutta politica in seno all’Ue, nella quale l’interesse dell’Italia arriva dopo l’interesse dei socialisti, a difesa del quale lanciano anche ricatti politici a von der Leyen.

Più esplicito ancora di Nardella è stato il collega Brando Benifei. “La richiesta prevalente in S&D (Socialisti & democratici, il gruppo di appartenenza del Pd al Parlamento europeo, ndr) è togliere la vicepresidenza a Fitto. Ursula ci dia ascolto o in aula rischia”, ha detto l’esponente dem a Repubblica, in un’intervista in cui ha accampato una serie di giustificazioni politiche basate su falsità per spiegare la contrarietà del partito a che Fitto mantenga l’incarico cui è stato designato. Il problema, ha sostenuto anche Benifei, non è l’esponente di FdI, che “è serio, rispetta i patti, ci si può discutere”, ma il fatto che sia “esponente di una forza politica che ad esempio non vuole il rafforzamento dell’Ue e nemmeno una minima tutela dell’ambiente. Sono sicuro che una maggioranza netta di nostri europarlamentari sia contraria al riconoscimento politico di Fitto come vicepresidente esecutivo. Questo non ha nulla a che vedere con l’Italia. Il punto è il ruolo attribuito ai conservatori di Ecr”.

“Non possiamo accettare di mettere nel cuore dell’amministrazione europea chi rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, contro l’ambiente, contro l’integrazione europea”, motivazione di Benifei che va per la tangente, non utilizzando motivazioni comprensibili e accettabili. E fa niente che Fitto rappresenti l’Italia nella sua declinazione di nazione.

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ha invitato la segretaria Elly Schlein a sostenere Raffaele Fitto nella candidatura alla vicepresidenza esecutiva della Ue. Motivo? “E’ italiano…”, ma non solo. Dopo aver aperto le ostilità con il Pd, in Campania, sulla questione del terzo mandato, De Luca in un post su Fb è andato al sodo anche sui “dubbi” della Schlein in Europa.

“Niente ideologismi“, scrive il governatore campano: “Dobbiamo pretendere da Fitto due cose: l’impegno a battersi perché non siano ridotti i fondi di coesione a vantaggio delle aree più svantaggiate; l’impegno a tutelare fino in fondo il ruolo delle Regioni in relazione alle scelte di sviluppo dei propri territori. Dopodiché è ragionevole sostenere il candidato italiano in Europa”.

Schlein in conferenza stampa ha svicolato: “Se voteremo Fitto? Non sono qui a rispondere a Giorgia Meloni. Sono dieci giorni che questo governo ci impedisce di parlare di manovra. Ogni giorno ce n’è una: un fuoco di artificio, un elemento di distrazione di massa, una irrituale domanda della presidente del Consiglio alla leader del Pd”. Il tutto, solo per non pronunciarsi su Fitto, su cui, invece, ha mandato in avanti altri. “Meloni ma cosa vuoi che non hai mai votato un commissario italiano? Smetti di confondere gli interessi di Fdi con quelli dell’Italia. Meno vittimismo. Il tema non è Fitto, è Ecr. Siete fuori o dentro la maggioranza europea? Chiediamo una risposta chiara e netta”, dice l’eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, sui social. “Fitto non può essere vicepresidente esecutivo della Commissione europea: rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea. Ursula von der Leyen rischia di perdere molti voti in aula”, scrive su X l’europarlamentare del Pd Brando Benifei.

Nel primo pomeriggio è la premier Giorgia Meloni a fotografare su X lo scandaloso impasse. “Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein. A Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la Presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”. Così Meloni, al termine di una giornata densa di impegni, mette nero su bianco le assurde richieste del Nazareno che è arrivato a chiedere alla presidente della Commissione Ue di togliere la vicepresidenza esecutiva al ministro italiano. Tutto perché – questa le tesi – la commissione europea non risulti sbilanciata a destra. Di questo si tratta.


A sua volta la presidente della commissione Ue fa sapere di essere “costantemente in contatto con i suoi interlocutori nel Parlamento europeo”. Lo dice il portavoce capo dell’esecutivo Ue Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, confermando che von der Leyen sta tenendo incontri dopo che il giudizio sui sei vicepresidenti designati della Commissione è bloccato in Parlamento dai veti incrociati.

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