Sciopero delle “orecchiettare”

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Levata di scudi, ieri, della signore delle orecchiette del borgo antico del capoluogo pugliese che sono stufe di finire ingiustamente sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Per questa ragione una singolare forma di sciopero, a singhiozzo, è stata organizzata, ieri, dalle massaie del borgo antico di Bari che protestano contro il clamore sollevato, nei giorni scorsi, per la vendita delle rinomate orecchiette baresi. Ieri mattina, dalle 9 alle 10, e nel primo pomeriggio dalle 15 alle 16 hanno incrociato le braccia lasciando bancarelle e telai vuoti e mettendo i tantissimi turisti che in quelle ore affollavano il centro storico nelle condizioni di non acquistare l’emblema gastronomico locale. La singolare iniziativa è arrivata all’indomani del tam tam mediatico sollevato da alcuni servizi e programmi televisivi che avevano puntato il dito contro le bancarelle di Bari vecchia sulle quali, ormai, da diversi anni campeggiano le famose orecchiette. Un prodotto diventato l’emblema nel mondo non solo della città ma di un’intera regione. Sotto accusa sono finite le signore delle orecchiette ritenute responsabili di vendere ai turisti oltre al prodotto fresco frutto del loro lavoro manuale quotidiano anche quello che arriverebbe da sistemi industriali che poco ha a che fare con le caratteristiche genuine del tipico prodotto barese. Maria, che da oltre dieci anni si cimenta nella produzione e vendita del simbolo gastronomico pugliese per eccellenza spiega qual è l’arcano. “Ogni giorno impastiamo massa per produrre orecchiette a seconda della nostra singola capacità produttiva. C’è chi riesce a produrre fino cinque chili di orecchiette fresche e chi arriva, anche ai 15 o venti chili. Il turismo nella nostra città, negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente e non sempre la produzione ci consente di soddisfare la richiesta. Poi, c’è un altro aspetto da non sottovalutare”, aggiunge la massaia “barivecchiana”, “se ci troviamo davanti a turisti che dovranno arrivare a casa tra diversi giorni, perché in giro per vacanze o arrivati qui con navi da crociera che devono continuare il loro tour, a questi non possiamo dare il prodotto fresco che ha bisogno di essere conservato in frigo e quindi diamo loro le orecchiette secche che vengono vendute a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelle di giornata. Vogliamo capire dove sta la truffa? Anzi, dovremmo essere apprezzati per quello che facciamo e come lo facciamo, visto che anche attraverso le nostre orecchiette, fresche o secche, la nostra terra viene sempre più apprezzata”. A far da eco alle signore delle orecchiette di Bari vecchia, anche se da una posizione diversa è stato il comparto degli “home restaurant”, che sentitosi chiamato in ballo con una sorta di inappropriato e fuorviante accostamento ha definito l’attività delle massaie del borgo antico barese “una tradizione radicata ma al centro di diverse problematiche normative da anni”, specificando che “la produzione di alimenti domestica a Bari vecchia è identificabile sotto il regime delle imprese alimentari domestiche che dispone di un proprio codice ATECO. Tale accostamento”, hanno concluso i rappresentanti degli home restaurant, “rischia di creare confusione e di mettere in discussione la legittimità di un settore che, al contrario, opera all’interno di norme chiare e specifiche”. Non si è fatta attendere la posizione del comune di Bari che attraverso una dichiarazione del sindaco Vito Leccese ha fatto sapere che “le artigiane di Bari vecchia che con la loro manualità e la loro veracità hanno animato alcune strade del borgo, oggi hanno una grande responsabilità nell’essere protagoniste del loro destino. Se vogliono, ma ne devono essere convinte e consapevoli, potranno essere  accompagnate dall’amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole. Questa è la strada, l’unica possibile, che l’assessore Petruzzelli su specifico mandato sta verificando e praticando. Il Comune ha interesse a tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni. La strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario perché è sempre stata fino a ora testimonianza di autenticità e tradizione. Tutto ciò va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti”.

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