Negli ultimi anni, il panorama universitario italiano ha subito una trasformazione significativa. Il Rapporto ANVUR 2023 evidenzia una crescita vertiginosa degli iscritti alle università telematiche, spesso a discapito degli atenei tradizionali, soprattutto nel Sud Italia.
La crescita delle università telematiche. Tra il 2011 e il 2021, il numero complessivo di studenti universitari è cresciuto del 10,3%, nonostante un calo demografico del 5% nella popolazione tra i 18 e i 24 anni. Questa crescita è dovuta quasi esclusivamente agli atenei online, che oggi rappresentano il 19,3% degli iscritti, contro il 6,4% del 2011. In valori assoluti, gli iscritti alle università telematiche sono aumentati di oltre 200.000 unità, confermando un cambiamento ormai consolidato.
Il calo delle università statali. Mentre le università telematiche prosperano, gli atenei tradizionali, in particolare nel Sud Italia, attraversano una crisi. Tra il 2011 e il 2021, il numero di studenti iscritti nel Sud è diminuito del 16,7%, mentre gli atenei del Nord-Ovest hanno registrato un incremento del 17,2%. La migrazione verso il Nord e la crescente attrattività delle università online stanno ridisegnando la geografia dell’istruzione superiore in Italia.
Le ragioni del successo delle telematiche. Il modello online si distingue per la sua flessibilità: gli studenti possono seguire lezioni e sostenere esami ovunque, conciliando studio e lavoro. Inoltre, i costi sono contenuti: non sono necessarie spese per trasferimenti o alloggi, un fattore decisivo per molte famiglie. A ciò si aggiunge un’offerta formativa moderna, spesso più allineata con le richieste del mercato del lavoro.
Le difficoltà di rinnovamento delle università statali. Gli atenei statali, nonostante l’urgenza di innovarsi, si trovano spesso vincolati da rigidità strutturali e normative. Il processo di accreditamento dei nuovi corsi di laurea, regolato dal MUR e monitorato dall’ANVUR, è complesso e richiede tempi lunghi. Ogni corso deve rispettare criteri rigorosi su risorse disponibili, rapporto studenti/docenti e risultati attesi. Questo rallenta la capacità degli atenei pubblici di rispondere alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro, dando un vantaggio competitivo alle università telematiche, che godono di maggiore agilità organizzativa.
Infatti, secondo l’ultimo rapporto ANVUR, nelle università tradizionali il rapporto è di un docente ogni 28 studenti, mentre in quelle telematiche è di uno ogni 385. Questo dato, benché rifletta il diverso modello organizzativo, pone seri interrogativi sulla qualità della didattica nelle università online.
Uno scenario in trasformazione. La crescita delle università telematiche riflette un mutamento sociale ed economico in corso. Tuttavia, questo cambiamento solleva domande sul futuro degli atenei tradizionali, che rischiano di perdere centralità se non riescono a rinnovarsi. Per affrontare questa sfida, è essenziale investire in flessibilità, innovazione e qualità dell’insegnamento.
Infine, è necessario chiedersi quale tipo di formazione sia più adatta per i giovani: un modello incentrato sull’acquisizione di contenuti, come quello delle università telematiche, o un modello più orientato allo sviluppo di competenze trasversali, come quelle relazionali e dialettiche, che favoriscono la crescita personale e professionale? La risposta a questa domanda potrebbe delineare il futuro dell’istruzione superiore in Italia.