Si ha tempo fino al 5 maggio per fare domanda. Il voto a distanza è concesso solo a studenti e studentesse e solo per le europee. Chi dovrà votare anche alle comunali dovrà tornare per forza a casa
Per la prima volta studentesse e studenti fuori sede potranno votare a distanza dai comuni in cui vivono, senza dover essere costretti a dover intraprendere un lungo e spesso costoso viaggio per tornare a casa e votare al proprio seggio di residenza. Si tratta di una possibilità introdotta in via sperimentale dal cosiddetto decreto Elezioni, approvato dal governo Meloni lo scorso marzo. Tuttavia, il sistema sarà valido solo per le prossime elezioni europee, dell’8 e 9 giugno, e solo per gli studenti e per le studentesse. Chi si trova fuori sede per lavoro o motivi di salute o deve votare anche alle elezioni comunali non potrà accedere al voto fuori sede.
Studenti e studentesse avranno tempo fino al prossimo 5 maggio per chiedere al proprio comune di residenza di poter votare fuori sede. Per presentare la domanda basterà compilare un modulo fornito dal ministero dell’Interno, in cui indicare i propri dati personali, l’indirizzo di residenza e l’indirizzo di domicilio temporaneo, cioè dove si sta effettivamente abitando. Il modulo andrà consegnato agli uffici del proprio comune o di persona o tramite email. Una volta ricevute le richieste, i comuni avranno tempo entro il 4 giugno per rilasciare ai richiedenti una “attestazione di ammissione al voto”, dove viene indicato il seggio dove poter votare fuori sede.
Nonostante il Partito democratico abbia presentato più di un anno fa un progetto di legge per il voto fuorisede, che avrebbe garantito l’accesso al voto a tutte le persone domiciliate fuori dal proprio comune di residenza e per qualunque elezione, il governo Meloni ha deciso comunque di attivare un sistema diverso e restrittivo. L’attuale sistema riguarda appena 600 mila studenti e studentesse, ma esclude sia chi si trova fuori sede per motivi di lavoro o salute, sia chi deve votare anche alle elezioni comunali, previste sempre tra l’8 e il 9 giugno in 3.702 comuni italiani su 7.896. In questo modo, la platea iniziale di 600 mila persone viene ulteriormente ridotta, obbligando studenti e studentesse che vogliano partecipare anche alle comunali a dover comunque rientrare a casa per esercitare il proprio diritto di voto.