Il passo falso di Elly Schlein

La crescente confusione del Nazareno

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ELLY SCHLEIN SEGRETARIA DEL PD

Al Nazareno la confusione regna sovrana. Il passo falso della Schlein di tornare indietro sulla decisione di mettere il suo nome nel simbolo del Pd in vista delle europee, ha creato confusione e malumore all’interno del partito, tra la vecchia guardia, ostile da sempre alla segreteria sin dalla sua elezione e la nuova dirigenza. Aveva già imposto il suo nome all’interno delle liste, quasi a rimarcare la volontà di leadership.Ma la vecchia guardia del Pd con una levata di scudi, ha subito manifestato la contrarietà, in nome dei valori della sinistra che non devono essere confusi con il personalismo. Polemiche sterili.Se il Pd avesse vinto in Abruzzo o in Basilicata, anche il tentativo di mettere il nome nel simbolo, si sarebbe concretizzato, senza destare tanti malumori.Stante la situazione attuale è stato un falso falso. Ma riteniamo che il Pd non veda al di là del proprio naso non rendendosi conto della sua incapacità a costruire un partito coeso e in grado di dar vita ad una nuova coalizione di centrosinistra, capace di mettere in campo un programma politico chiaro e chiedere agli elettori il giudizio finale. Il tentativo della Schlein, dunque, si può definire un azzardo, un tentativo di forzatura verso buona parte del gruppo dirigente del Pd, un partito ormai sfilacciato e debole che soffre le corse in avanti di Conte e stenta a prendere iniziative politiche. Persino Romano Prodi si è scomodato per stigmatizzare negativamente il passo falso della segretaria e il suo tentativo di personalizzare l’azione politica, senza badare ai contenuti da sottoporre agli elettori. Il dissenso manifesto del Professore bolognese, alla fine è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A questo punto la Schlein non poteva permettersi di perdere anche l’appoggio di Romano Prodi, ultimo baluardo di un Pd che non c’è più. L’ex leader sa bene che l’attuale centro sinistra non è oggi in grado di avere un confronto con una destra costruita da anni sul modello leader. Del resto Romano Prodi accetto’ due volte una campagna personalizzata contro Berlusconi e ne uscì vincitore.Oggi l’obiettivo del Pd non potrebbe essere la sconfitta della destra alle prossime europee, occorrerebbe un miracolo, ammesso che se ne facciano, ma contenere le manovre dei 5 Stelle, mantenendo nel contempo un’identità politica su cui costruire dopo le europee di giugno. Occorre che la Schlein non si arrenda alle corse in avanti di Giuseppe Conte e avvii il partito verso una nuova stagione riformista.

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