Lupi sul canone Rai: ‘Meloni ha ragione, sul canone Rai solo un inciampo, ma ricordo che i governi cadono per divisioni nella maggioranza.

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Sul canone Rai Forza Italia ha votato insieme alle opposizioni per affossare la proposta della Lega per prorogare lo sconto di 20 euro sul balzello televisivo. A meno di correzioni, questi risalirà a 90 euro, lo stesso importo del 2022. La lettura principale che si fa di questo fatto è che il partito in mano ai figli del Cavaliere Silvio Berlusconi non abbiano gradito una misura, che avrebbe spinto la tv di stato a chiedere ed ottenere un tetto pubblicitario più alto, così da trovare sul mercato le risorse mancanti. E più pubblicità nelle reti pubbliche significa minori incassi per Mediaset.

Forza Italia fa gli interessi della famiglia Berlusconi, a cui deve 90 milioni di euro. E alla luce del sole, com’è avvenuto nei mesi scorsi sulle banche, al di là del merito della questione. Ma sul canone Rai lo scontro è solo un pretesto. Sempre ieri la Commissione di Ursula von der Leyen ha ricevuto il via libera con 370 sì, 282 no e 36 astenuti. A luglio, aveva ottenuto 401 sì. L’apertura nel frattempo avvenuta a destra con la nomina di Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo ha portato a un mezzo terremoto politico a Bruxelles, i cui riflessi sono anche nazionali.

Il voto sul canone Rai è stato il classico “due piccioni con una fava”. Ha permesso a Forza Italia di bocciare un’iniziativa potenzialmente nociva agli interessi di Mediaset e allo stesso tempo ha fatto presente all’alleato leghista di poterne neutralizzare l’ostracismo nella maggioranza. Essendo rimasto fuori dalla maggioranza Ursula, dovrà accettarne le conseguenze. In fondo, se martedì è arrivata la promozione dei conti pubblici italiani da parte della Commissione uscente, lo si deve agli sforzi diplomatici della premier e del ministro degli Esteri. Questo, insieme ad altri successi, consentono alla stessa Lega di governare più agevolmente. Salvini lo dovrebbe sapere più di tutti. Fu suo il governo bombardato dallo spread nel 2018-2019, proprio per le posizioni euroscettiche portate avanti insieme agli alleati pentastellati di allora.

Ritrovarsi Bruxelles contro fa governare male, cioè navigando a vista e in continua tempesta sui mercati finanziari.

Il voto sul canone Rai ha segnalato che per la Lega d’ora in avanti conteranno al governo coloro che si prodigano per agevolarne l’operato, mentre saranno puniti quanti con toni sopra le righe e fatti concreti vanno contro tale interesse.

Dopo gli sgambetti al Senato nelle votazioni sul decreto fiscale, si viene a sapere che la premier Giorgia Meloni è stata il 27 novembre al Quirinale per un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La notizia circolata in ambienti parlamentari è stata confermata all’Ansa dal Quirinale che ha definito l’incontro “cordiale e collaborativo”.

“Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise”. Con queste parole Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it, parla delle ultime tensioni nel governo e nella maggioranza soprattutto con la Lega. Però proprio i leghisti dicono che lo Ius Scholae che Forza Italia ha proposto non è nel programma di governo… “Falso. Al punto sei del programma elettorale con il quale abbiamo vinto le elezioni nel 2022 c’è il principio generale di una migliore integrazione degli stranieri regolari in Italia. Ed è proprio la nostra proposta che abbiamo chiamato Ius Italiae. Poi Salvini, passatemi il termine, fa un po’ il ’paraculetto’ e dice che nel programma c’è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l’emendamento bocciato sul canone Rai. Ma quella mancetta di 0,50 euro a cittadino che avremmo regalato anche ai super-ricchi sarebbe costata 450 milioni di euro agli altri contribuenti. Noi diciamo invece di usare quelle risorse per ampliare la platea delle persone che potranno beneficiare della riduzione dell’Irpef, per eliminare la sugar tax o per aumentare le pensioni minime. Tutti obiettivi condivisi e scritti nel programma di governo”.

In molti nella Lega, pur senza dichiararlo, pensano che Forza Italia abbia votato contro il taglio del canone Rai per difendere Mediaset e i figli di Berlusconi… “Falso anche questo. La Lega con il suo emendamento non proponeva di abbassare o aumentare il tetto pubblicitario della Rai ma di tagliare il canone, non c’entra assolutamente niente. E comunque l’aumento del tetto pubblicitario per la Rai non danneggerebbe Mediaset ma tutto il sistema editoriale italiano. Anzi forse Mediaset meno di tutti. Chi dice queste cose è solo perché vuole confondere le carte e tentare di buttare la palla in tribuna. La Lega voleva far risparmiare 50 centesimi al mese a persona creando un buco di 450 milioni alla Rai che poi sarebbe dovuto essere risanato dallo Stato altrimenti la tv pubblica sarebbe fallita. Pensiamo solo che la sugar tax vale 250 milioni di euro e sta terrorizzando l’intero sistema produttivo italiano di quel settore. Usiamo i soldi per le priorità e tra queste non c’è certo l’abolizione del canone Rai”. Un messaggio alla Lega? “Si dia una calmata, abbassi i toni e torniamo a parlarci di più”, conclude Nevi.

Interessante il punto di vista di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: ‘Io ricordo sempre a tutti che i governi non cadono mai per una spallata dell’opposizione, ma per le divisioni della maggioranza. Serve un metodo. Non vince uno o perde l’altro, perdiamo tutti se falliamo questa sfida. Abbassiamo i toni. Siamo una coalizione con 4 forze politiche. La differenza che ognuno porta è una ricchezza. Sul programma di governo poi non c’è stato un voto su cui ci siamo spaccati. Su alcuni temi, sì, ci sono distanze. Per esempio come Noi Moderati crediamo che su Unicredit sia il mercato a dover decidere e che mai lo Stato debba invaderlo. Ma se ne può discutere e poi decide Meloni. La cosa più importante è capire che abbiamo davanti una sfida di governo. Serve un metodo. Non vince uno o perde l’altro, perdiamo tutti se falliamo questa sfida. O vinciamo se siamo uniti, come alle Europee”.

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