Giovedì a Milano si è tenuto un vertice sulla sicurezza presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con il prefetto Claudio Sgaraglia, il questore Bruno Megale e il sindaco Giuseppe Sala. Al centro della discussione, gli scontri al Corvetto seguiti alla morte di Ramy Elgaml il 19enne egiziano deceduto in un incidente mentre fuggiva da un posto di blocco. Piantedosi ha annunciato l’arrivo di oltre 600 agenti aggiuntivi tra dicembre e gennaio, oltre al normale turn-over. «Questo garantirà un significativo beneficio nei servizi di controllo del territorio», ha dichiarato Piantedosi, sottolineando che Milano «non è una città fuori controllo, ma nessun segnale va sottovalutato». Il ministro ha poi affermato che il capoluogo lombardo «registra il doppio della media nazionale di presenza di cittadini immigrati», responsabili «del 65 per cento dei reati», e che ci sia dunque «un disagio rispetto a una integrazione che va seguita e migliorata».
Il sindaco Sala ha accolto positivamente il rinforzo di agenti, ma ha avvertito: «Se la destra pensa che basti la repressione, non sono d’accordo». «Non mi spingo a dire che Milano è una città sicura e non ha problemi», ha aggiunto, «ma non serve a nulla crocifiggerla, visto che sta facendo uno sforzo in vista di un modello che non è del centrosinistra, ma che caratterizza tutte le città internazionali».