L’ingegnere Vincenzo Franza, armatore del gruppo Caronte & Tourist Isole minori, si dice favorevole al Ponte sullo Stretto. Scopriamo il perchè

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L’ingegner Vincenzo Franza è l’amministratore delegato del gruppo Caronte & Tourist Isole minori che, nonostante il Ponte sullo Stretto sia in ‘presunta’ rivalità con il suo ruolo di armatore si dice favorevole alla realizzazione del Ponte: ‘Se non faranno il Ponte, Caronte & Tourist continuerà a lavorare e a guadagnare, se lo faranno ne avrà grossi vantaggi per molto tempo. Più che armatori, noi siamo traghettatori. L’armatore è quello che si presenta con una nave, fa l’affare e se ne va. Noi lavoriamo sul territorio, tra terra e mare e abbiamo un rapporto diretto con le comunità locali. Lo Stretto, per noi, è centrale ma, col crescere e il cambiare delle esigenze, le navi non più idonee per il traghettamento sono state reimpiegate su rotte un po’ più lunghe: a partire dalle isole Eolie, quelle più vicine alla Sicilia, fornendo il servizio pubblico di trasporto. In pratica, gestiamo la continuità territoriale a mezzo nave con tutte le isole della Sicilia. Con le vecchie navi dello Stretto serviamo la linea Isola della Maddalena-Palau in Sardegna. All’isola d’Elba partecipiamo al servizio di traghettamento fornendo naviglio a una società collegata, la BluNavy. Unica eccezione alla logica del traghettamento puro è la nostra linea Messina-Salerno, che è tecnicamente un’autostrada del mare fatta da una nave molto grande e diversa: è come fosse un prolungamento dello Stretto di Messina che si estende fino a collegare Messina a Salerno. Il nostro collegamento da Messina a Salerno è orientato al trasporto delle merci siciliane come l’ortofrutta e il fresco, cioè merci più “ricche”. E, pur essendo relativamente breve, funziona perché risponde a esigenze del ciclo di queste merci. A fine anno, sullo Stretto, avremo in servizio tre traghetti, l’Elio, il Pietro Mondello e la Nerea alimentati a gas liquido che è il preludio al biogas e, magari, arrivare ad avere uno stabilimento di produzione del biogas utilizzando gli scarti biologici. Con questo carburante naturale si azzerano le fonti carboniche. Riguardo al Ponte, noi siamo un gruppo imprenditoriale, siamo su Messina/Villa San Giovanni e siamo anche siciliani: sono tre modi di vedere la cosa diversi uno dall’altro, però ogni piano ha la sua opportunità. Per quanto riguarda il livello imprenditoriale, a questa azienda dicono che spenderanno 14 miliardi di euro nell’arco di una decina d’anni, in un territorio dove sostanzialmente noi siamo la famosa cerniera che unisce tutto. Fatturiamo 80 milioni di euro l’anno, quando va bene, e qui spendono 14 miliardi; quindi, per un gruppo imprenditoriale è un’occasione d’oro perché vorrà dire dieci anni di ricchezza sul territorio. Per costruire il Ponte servono le navi per traghettare materiali e noi ci siamo. Dobbiamo pensare che in tutti i posti dove si sono creati ponti le navi non spariscono, ma cambia il modello di funzionamento e tipicamente rimangono sia l’uno che le altre. Così è con tutti i ponti del Bosforo così come in Inghilterra, collegata addirittura con un treno ad alta velocità; e anche a Oresund, dove un ponte collega Danimarca e Svezia, c’è un’autostrada e ci sono le navi, perché il trasporto marittimo può garantire maggiore flessibilità.Con il Ponte la Sicilia diventa realmente il centro del Mediterraneo. Oggi le linee di navigazione che collegano l’Africa con l’Europa non si fermano in Italia, vanno in Francia, Spagna, Venezia, Trieste. Perché? Perché non avrebbe nessun senso scendere in Sicilia se manca il collegamento. Il giorno in cui la Sicilia avrà un trasporto ferroviario serio che porta anche merci a basso valore – perché la merce più povera la porti col treno – quel giorno la Sicilia diventerà piattaforma logistica per qualunque collegamento con l’Africa. Questo è il cuore logico del Ponte. In Sicilia oggi, passano tutti i collegamenti internet che uniscono l’America con l’Asia. Passano da qua, perché siamo al centro del Mediterraneo. I turisti vengono in grande numero, però logisticamente è come se fossimo da un’altra parte. Se facessero il Ponte solo per portare macchine o camion sarebbe ridicolo. Veramente come dicono i grillini metti 10 navi in più, fai un porto collegato e con un miliardo passerebbero macchine e camion senza neppure accorgersene. Il Ponte, ripeto, servirà per i treni merci».

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