Bari – Cercano di curarlo, aggredisce i sanitati e viene arrestato

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Neanche la presenza di agenti delle forze dell’ordine e operatori della vigilanza armata privata riescono ad arginare o a fungere da deterrente rispetto alla furia violenta di chi decide di aggredire il personale sanitario con la pretesa di essere soccorso e curato prima di altri pazienti come è successo a Bari. Ancora un altro, ennesimo, episodio di violenza si è verificato la notte scorsa all’interno del pronto soccorso del policlinico barese ai danni del personale in servizio. Erano circa le 22,30 di domenica sera quando è arrivato al presidio di urgenza del nosocomio barese un uomo di trentasei anni del posto, sotto effetto di sostanze alcoliche che lamentava diversi malori. L’uomo viene sottoposto come da protocollo sanitario al triage e fatto accomodare all’interno dell’area di soccorso, gli viene applicata una flebo di calmante, in virtù dei dolori addominali che lamentava e fatto accomodare su una sedia a rotelle al punto che si assopisce. Un quarto d’ora dopo, calmati i dolori ma ancora sotto l’effetto dell’alcol e forse di sostanze stupefacenti l’uomo si sveglia si rende conto di essere ancora attaccato alla flebo e inizia a inveire nei confronti di una delle dottoresse in turno al pronto soccorso. Volano ad alte voce parolacce con l’intento di essere subito sottoposto alle cure del caso per cercare di tornare a casa prima degli altri pazienti. In quel momento nel reparto c’era anche un agente della polizia di stato del reparto volanti della questura di Bari, in servizio perché aveva accompagnato un emigrato anch’esso colto da malore. Le urla attirano, anche, l’attenzione della guardia giurata in servizio al punto che sia il poliziotto che la guardia giurata intervengono per cercare di calmare l’esagitato paziente. La cosa sembra essere riuscita al punto che il 36enne barese si risiede sulla sua sedia a rotelle e chiede finanche scusa alla dottoressa per le parole e i toni che le aveva rivolto. Sembrava essere finito tutto. Ma ancora un altro quarto d’ora più tardi, poco dopo le ventitré il paziente viene colto da un altro momento di stizza e insoddisfazione per il tempo che trascorreva mentre nella vena del suo braccio veniva iniettato del calmante e inizia nuovamente a inveire contro tutti i presenti. Prende a male parole gli infermieri, i medici e i due operatori di sicurezza presenti fino al punto di arrivare a strapparsi dalla vena del braccio l’ago cannula della flebo. Il braccio inizia a sanguinare e un infermiere gli si avvicina per tamponargli la fuoriuscita di sangue. Ma in quel momento il maldestro e violento paziente, che poi si verificherà aver avuto dei precedenti penali, sferra un pugno sul viso dell’infermiere spaccandogli gli occhiali e procurandogli un trauma oculare e la lacerazione della palpebra sinistra, rischiando di perdere l’occhio. L’infermiere cade al suolo tramortito mentre sia il poliziotto che la guardia giurata cercavano di immobilizzare il violento paziente. In questo tentativo di renderlo innocuo, il bruto si dimena e fa cadere anche la guardia giurata. Poco prima di essere ammanettato e arrestato con l’accusa di lesioni personali, aggravate dall’aver commesso il fatto contro personale esercente una professione sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni. Per lui, a quel punto, ai sensi anche della nuova riforma in materia di sicurezza negli ambienti sanitari si sono spalancate le porte della casa circondariale del capoluogo pugliese. Il bilancio di questo ennesimo fatto di violenza è di due feriti. L’infermiere che ne avrà per qualche settimana e la guardia giurata che nel cadere, mentre cercava di bloccare l’aggressore, ha riportato un trauma alla spalla sinistra giudicato guaribile in una decina di giorni. Questo arresto è uno dei primi effettuati in Italia, il primo in Puglia ai sensi della nuova riforma introdotta dal governo qualche mese fa in tema di sicurezza all’interno dei presidi sanitari per arginare il sempre più crescente fenomeno di aggressioni al personale medico e paramedico nell’esercizio delle proprie funzioni. Sulla vicenda è intervenuto il direttore generale della struttura ospedaliera, Antonio Sanguedolce che ha definito “inaccettabile quanto è avvenuto cosa che rappresenta un attacco non solo al singolo operatore sanitario, ma all’intero sistema sanitario che ogni giorno opera per garantire cura e assistenza ai cittadini. Non possiamo permettere che episodi di violenza di questo tipo mettano a rischio la sicurezza di chi lavora con dedizione e professionalità, sempre più in condizioni di grande pressione. Esprimo piena solidarietà al personale coinvolto”.

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