Dare vita alla difesa europea significa introdurre una sorta di rottura con il passato dell’ Unione, a partire dal Trattato di Roma in poi .I trattati furono stipulati successivamente al fallimento del progetto di una Comunità europea di difesa, che fu il primo ed unico tentativo di difesa comune. Accantonato questa aspirazione, la Comunità divento’ in pochi anni un’ impresa di successo. L’ integrazione favorì la modernizzazione delle economie e della vita sociale. Nello stesso tempo stando sotto l’ala protettrice degli Usa, evitò di destinare risorse alla difesa ed investi nel welfare che divenne presto il primo al mondo anche se il più costoso. Il Vecchio Continente si dedicò agli affari e al benessere materiale dei cittadini non avendo l’ ansia di difendersi dai nemici. Ecco perché oggi creare un sistema comune di difesa comporterebbe uno strappo con il passato. A questo si aggiungono gli ostacoli che nascono dal funzionamento delle democrazie europee. Tutto è rimesso alla volontà degli elettori e quelli dei principali Stati hanno fatto capire chiaramente di non voler rinunciare alla sovranità. Quanto asserito si può facilmente capire se guardiamo ad alcuni avvenimenti verificatisi in concomitanza dell’invasione russa in Ucraina. Il Cancelliere tedesco annunciò subito un piano di riarmo della Germania, ma non un investimento nella difesa europea. E se guardiamo in casa francese, mai Macron ha detto di mettere a disposizione dell’ Europa il suo arsenale nucleare. Sempre parlando in relazione agli orientamenti degli elettori che condizionano le scelte dei singoli Stati, va citato un altro aspetto che ha una particolare rilevanza in Italia. Un Paese come il nostro non è capace nemmeno di versare la sua quota del Pil per contribuire alle spese militari della Nato. Ma quantunque volesse partecipare ad un programma di difesa comune in Europa , troverebbe al suo interno forti resistenze in una parte dell’ opinione pubblica, soprattutto cattolica. Si griderebbe al militarismo dell’ Europa. In conclusione, la storia dell’ integrazione europea da un lato e gli orientamenti dell’ opinione pubblica dall’ altro, rendono difficile dar vita ad una difesa comune europea. Se dovesse verificarsi una minaccia concreta, anche in quel caso gli elettori si dividerebbero tra coloro che sarebbero disposti ad armarsi contro la minaccia e quelli che invece sarebbero disposti a cedere ai diktat dell’ autore della minaccia. Per adesso l’idea di un esercito comune, rimarrà tale ancora per molto tempo.
Gli ostacoli all’esercito comune dell’Ue
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