Stellantis, Schlein si presenta ai cancelli di Pomigliano. Calenda: era ora

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Elly Schlein non ha mai aperto una linea politica sulla crisi dell’auto silenziando in automatico il Nazareno sulle problematiche collegate ad esso, a partire dalla cattiva gestione della multinazionale di John Elkann, e sulla trattativa che il governo Meloni sta seguendo da vicino. Il relativo tavolo si terrà il 17 dicembre.

Quasi in zona cesarini la leader del Pd si risveglia, presentandosi con i riflettori accesi agli operai dello stabilimento Tasnova di Pomigliano d’Arco, che proprio ieri hanno ricevuto la lettera di licenziamento dalla multinazionale. Quasi fosse una sindacalista d’assalto si è presentata all’alba davanti ai cancelli, per dire, come aveva sollecitato Carlo Calenda stuzzicandola, “qualcosa di sinistra”.

“Non chiedono gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione. Chiedono di poter continuare a fare il lavoro che amano e per cui hanno delle competenze che non possiamo perdere in questo paese sul settore che è fondamentale come quello dell’auto”. Parole scontate, ma meglio di niente per un capitolo drammatico su cui gravano pesanti responsabilità dei governi passati: “Quello di cui siamo preoccupati come Partito democratico e l’abbiamo denunciato in questa settimana e stando accanto ai lavoratori è che sia il segnale che si aggiunge a tanti altri di smobilitazione di Stellantis da questo paese”.

In realtà la Schlein ha preferito far parlare altri per poi accodarsi alla maggioranza nel chiedere che John Elkan riferisca alle Camere. ‘Vogliamo vedere un piano industriale che garantisca l’occupazione e che garantisca l’indotto’, ha chiuso il suo comizio la leader dem, ricalcando in forma ed in sostanza le parole della premier in occasione delle dimissioni dell’ad Tavares. Schlein ricalca esattamente la linea di Palazzo Chigi che poi accusa di non fare abbastanza. Ridicolo l’attacco al governo che, di fronte ai ritardi italiani ed europei sull’automotive, avrebbe tagliato il fondo di 4,6 miliardi del precedente governo per destinare quei soldi alle armi. È la tesi “copia e incolla” che i dem, e la Schlein tirano fuori sempre su tutti i dossier, quando si parla di finanziamenti accusano il governo di rimpinguare le casse della difesa togliendo soldi ai cittadini.

La Schlein sale in cattedra per dire che il tavolo Stellantis deve spostarsi a Chigi (visto che quello al Mimit è stato inutile), bisogna agire sul costo dell’energia e chiedere a Stellantis di assumersi le proprie responsabilità per riportare la produzione in Italia. Calenda osserva ironicamente: “Erano cinque giorni che Elly Schlein non parlava o dichiarava su Stellantis si è presa una pausa di riflessione”, a Rainews24. Parole che non sono piaciute alla segretaria piddina: “Ci sono 32 atti parlamentari del Partito democratico sull’automotive e sulle vertenze, c’è la nostra presenza costante qui con i nostri parlamentari dalle 5.30 dell’altra mattina. Il Pd c’era, c’è e ci sarà sempre, a difesa del lavoro. Di questo non vi preoccupate. Quindi noi ci siamo e ci saremo”. “Finalmente. Ottimo”, scrive Calenda sui social commentando la richiesta della segretaria a John Elkann di andare in Parlamento. Era ora.

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