I voti dei pentastellati confermano nuovamente l’abolizione del garante e del limite dei due mandati

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I boomakers sul voto dentro M5S che si conclude scommettono a favore di Giuseppi contro Beppe. Ovvero, il garante non esiste più e nemmeno potranno più esistere i desideri di Grillo sul nome del movimento e sul simbolo: vuole tenerseli lui e “Conte si faccia il suo partitino o entri direttamente nel Pd”.

Le votazioni bis sulle modifiche dello statuto confermano quanto indicato dagli iscritti al Movimento Cinque Stelle già nella prima consultazione. Il quorum, incognita che pesava su questo secondo voto, si è attestato intorno al 65 %, superando quello della volta precedente, che era del 61%. Stavolta hanno votato 4mila iscritti in più, elemento che conferma la voglia di cambiamento all’interno del Movimento. Le modifiche più significative: l’eliminazione del ruolo del Garante, e del limite dei due mandati.

“Il Movimento 5 Stelle ha rivotato. Ha rivotato in massa: quorum ampiamente superato con una partecipazione addirittura più alta di due settimane fa. Questa è l’onda dirompente di una comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Ora si volta pagina. Il Movimento si rifonda sulle indicazioni arrivate con Nova dagli iscritti. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro” scrive sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento. “Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese. Ho delle cose molto importanti da dirvi”. E dà appuntamento alla base per oggi, alle 16, sui social. “Scrivete nei commenti le vostre domande, proverò a rispondervi. Viva il Movimento!”.

Per ora Beppe Grillo interviene solo con un post: “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”.

Ora, bisognerà vedere se con questo post il fondatore del Movimento cinque stelle intende chiudere la querelle dopo la sconfitta e accettare il cambiamento del M5S uscendo definitivamente dalla partita o se immagina qualcosa di diverso. Per Conte comincia però ora il percorso più difficile visto che è incontrovertibile il fatto che i risultati elettorali dei Cinque stelle siano in caduta libera. Far parte dell’area progressista in modo autonomo evitando di avere il ruolo di sotto-cespuglio del Partito Democratico è la difficile sfida che si troverà ad affrontare. Un movimento che vuole trasformarsi in partito senza possedere, e di fatto, struttura e organizzazione, per giunta privo di radici territoriali che sono tutte da creare.

Ricordiamo che gli iscritti erano stati chiamati dallo stesso Grillo a esprimersi nuovamente dopo il risultato del 21-24 novembre, che aveva largamente premiato le posizioni di Giuseppe Conte.
Il primo e più atteso dato era relativo al quorum: l’esito della prima votazione era stato schiacciante a favore della proposta di Conte di una rifondazione del M5s. Grillo poteva contare solo sul mancato quorum per farla saltare: affinché la seconda tornata fosse valida, era necessario il voto del 50% più uno degli aventi diritto.

Il 24 novembre, l’assemblea costituente del Movimento, a larga maggioranza, aveva votato un doppio sì: per cancellare la figura del “garante” Beppe Grillo e per abolire il limite dei due mandati elettivi.

I “contiani” avevano ottenuto il 61,2% di affluenza e davano per scontato il superamento del quorum anche stavolta

Conte ha smentito l’ipotesi di scissioni: “Grillo si è allontanato dalla comunità e ora ne rivendica un diritto di patronato”, attacca l’ex premier. L’accusa è che Grillo continua a comportarsi come un “monarca assoluto” che non riconosce “il percorso che stanno facendo queste persone, un percorso di persone adulte e mature che da anni su suo incitamento ed ispirazione stanno portando avanti delle battaglie e che con passione hanno vinto tante sfide. Ed oggi – accusa ancora Conte – questo percorso viene disconosciuto dal garante stesso perché questa comunità ha deciso “addirittura” di realizzare il principio fondativo del movimento: la democrazia partecipativa”.

Poi, è arrivata la lettera a Elly Schlein, inviata alla segretaria dem a votazione in corso: “Conte-Oz è l’uomo giusto per guidare il Pd”.

La lettera di Grillo a Elly Schlein:

“Lettera di referenza per candidatura di Giuseppe Conte”: È il titolo ironico della lettera inviata da Beppe Grillo a Elly Schlein il 6 dicembre. Ecco alcuni stralci.

“Gent.ma Elly Schlein. Le scrivo questa lettera di referenze perché ritengo che Giuseppe Conte (simpaticamente Oz) sia la persona giusta per guidare il Partito democratico o, se preferite, di una delle sue correnti”.”Conte ha già portato risultati tangibili: ha trasferito milioni di voti dal Movimento 5 Stelle al Pd, contribuendo in modo significativo al rafforzamento della vostra base elettorale”.
Grillo, poi, allega “a supporto della mia lettera di referenza” anche “un grafico che mostra i risultati concreti da lui già raggiunti per il vostro partito: milioni di voti travasati dal Movimento 5 Stelle al Pd. Vi chiedo di considerare la generosità e l’abnegazione di Conte verso di voi. Sono certo che porterà il suo stile unico, fatto di compromessi creativi, strategie e un tocco di teatralità istituzionale. È l’uomo giusto per il Partito democratico, pronto a dare al vostro progetto l’imprevedibilità che mancava”.

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