In Siria “ora si apre una transizione difficile piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall’altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini”: ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al quotidiano a La Stampa. Per il ministro la caduta del regime di Assad “è l’effetto di quanto accaduto non negli ultimi giorni, ma anni: l’indebolimento dell’Iran, dei suoi proxy, in primis Hezbollah, e della Russia, alle prese con il fronte ucraino”. “Erdogan ha in mano un risultato che persegue da anni, ma non pensava così vicino”, ha aggiunto, “e ora aumenta il suo potere di aprire e chiudere i rubinetti verso la Ue”. A questo riguardo Crosetto ha sottolineato che “l’Ue è debole per molte cose, in primis la crisi economica, e la vittoria di Trump la mette, in modo impietoso, di fronte al nanismo politico di cui è affetta da decenni: non ha ruolo nel mondo ed è afona su ogni tema o crisi internazionale”. “Parlano, semmai, le singole nazioni, per conto loro e spesso in modo diverso”, ha osservato. Per il ministro della Difesa “questo contesto regala potere a Erdogan. Un pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità Ue per puntare all’ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l’industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull’industria Ue”.
Siria, Crosetto: “Transizione piena di incognite, Ue si rafforzi”
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