25 aprile, data storica italiana: giornata della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo

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Il 25 aprile si festeggia la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La Rai, con un palinsesto dedicato, seguirà le dirette dei principali eventi istituzionali trasmesse su Rai 1, a cura del Tg1 in collaborazione con Rai Vaticano e Rai Quirinale. In particolare, dalle 9.00, verrà seguita da piazza Venezia a Roma, la cerimonia di deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Altri eventi saranno in corso nella giornata in tutta Italia.

Il 25 aprile è la  festa della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista. Una ricorrenza spesso al centro di polemiche, complice l’atteggiamento della sinistra, in un dibattito che spesso perde di vista alcuni dettagli. Uno di questi l’ha segnalato il ministro Carlo Nordio durante il suo intervento al convegno “Senza dignità”, organizzato dall’università Roma Tre sulla situazione delle carceri italiane. Il titolare della Giustizia ha evidenziato che il nostro codice penale è quello firmato da Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini, “un codice ‘fascista’ sia pure scritto molto bene. La festa della Liberazione è ispirata all’antifascismo, ma dobbiamo ricordare che abbiamo ancora quel codice, che tra l’altro gode di buona salute, mentre il codice intitolato all’eroe della Resistenza Vassalli è stato demolito”,  sottolinea il Guardasigilli.

La giornata del 25 aprile è il simbolo della Resistenza, cioè della lotta portata avanti dai partigiani per la liberazione dall’occupazione nazifascista.

Il 25 aprile 1945 è la data della liberazione di Milano, città medaglia d’oro della Resistenza. L’evento, da allora, è stato salutato come il simbolo della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Quel giorno, infatti, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto – tra gli altri – da Sandro Pertini, proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia di attaccare i presìdi fascisti e nazisti, imponendo la resa.

Il 25 aprile venne dichiarato festa nazionale dal Re Umberto II l’anno dopo, il 22 aprile 1946, su proposta dell’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

Non bisogna dimenticare che  la liberazione dai nazifascisti si deve anche agli Alleati: l’avanzata degli anglo-americani dalla Linea Gustav alla Linea Gotica ha infatti consentito ai partigiani di organizzarsi.

La guerra non finì il 25 aprile 1945. Questo è un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza.

Il 25 aprile 1945 è quindi un giorno definito “fatidico” ancor oggi, nel suo discorso, dal presidente Mattarella, perché “segnò la fine del nazifascismo e la riconquista della libertà in Italia”. “La Resistenza contro il nazifascismo – prosegue  Mattarella – contribuì a risollevare l’immagine e a recuperare il prestigio del nostro Paese. Fu a nome di questa Italia che Alcide De Gasperi poté presentarsi a testa alta alla Conferenza di pace di Parigi. Questo riscatto, il sangue versato, questo ritrovato onore nazionale lo celebriamo oggi”.

Il 25 aprile in Italia,  innanzitutto, tantissime categorie di lavoratori si riposano. Diverse città celebrano l’anniversario con bandierine tricolori nelle strade e manifestazioni in piazza per ricordare la Resistenza e la Liberazione.

Tra gli eventi politici di maggior rilevanza c’è il consueto omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

“Di fronte al fascismo e all’autoritarismo, nessuno si salva da solo”. È questo il messaggio che lo scrittore Antonio Scurati ha mandato dalla Fondazione Feltrinelli di Milano. Dopo lo stop al monologo in Rai, l’autore ricorda l’importanza di scendere in piazza in occasione del 25 aprile: “L’unica possibilità che le persone nonviolente e civili hanno per contrastare la brutalità è il numero, il popolo, è la democrazia – spiega Scurati – forse non siamo maggioranza numerica, non importa, siamo in tanti e ogni volta che uno di noi viene attaccato con brutalità tutti quanti dobbiamo reagire altrimenti prevalgono loro. Negli ultimi 19 mesi non sono mancate occasioni a me e ad altri di subire la violenza verbale, l’oltraggio, la denigrazione da parte di esponenti del governo, giornalsquadristi e fiancheggiatori. Vi invito calorosamente a fare ciò che abbiamo sempre fatto, andare in piazza il 25 aprile perché farlo ancora torna ad essere più che mai importante. Di fronte al fascismo vero e proprio, ma anche all’autoritarismo e agli aspiranti autocrati nessuno si salva da solo. Spostano sistematicamente il piano del discorso dalle idee all’aggressione personale, dicendo che uno vuole troppi soldi, è un avido. Questo è un metodo fascista. La sola possibilità che abbiamo  è di restare uniti. Non siamo maggioranza numerica nel paese ma dobbiamo reagire assieme, altrimenti prevalgono loro’.

Mauro Corona, ospite di Bianca Berlinguer a ‘È sempre Cartabianca’, ha commentato il caso Antonio Scurati esploso recentemente in Rai, criticando duramente il servizio pubblico.

Interpellato dalla conduttrice Bianca Berlinguer sul caso Scurati, Mauro Corona ha così risposto durante la trasmissione Mediaset ‘È sempre Cartabianca’: “Scurati è stato oscurato. Punto e basta. È stato censurato dalla Rai, che appartiene anche a noi. Che poi che la Meloni abbia tentato furbescamente di metterci una pezza.  La pezza è peggio dello sbrego in questo caso. Che poi si cerchino i cavilli e si dica che era una questione di soldi, sono tutte balle, per circondare il problema con delle scorciatoie. La realtà è che Scurati è stato censurato. Si tratta di un inizio che mi preoccupa. Adesso si aspetterà un po’, come i grandi serial killer che non uccidono tutti i giorni. Aspettano un anno, due anni e poi commettono lo stesso delitto”.

Mauro Corona, a ‘È sempre Cartabianca’, ha parlato anche della Festa della Liberazione del 25 aprile: ‘Mi viene da ridere che continuiamo a chiedere al centrodestra, alla Meloni e ai suoi ministri che rinneghino il fascismo. Ma come possono dire che sono antifascisti se non lo sono? Le parole hanno un suono, l’idea dentro la testa è ben diversa. Uno che ha quelle simpatie non potrà mai dire di essere antifascista perchè non lo è. Basta avere la dignità di dirlo: ‘Non sarò fascista ma non sono neanche antifascista. Il 25 aprile, da quando è nato, ha sempre dato fastidio alla destra. E noi pretendiamo che festeggino con noi? Suvvia!’.

Anche Alessandro Barbero, in televisione, ha recentemente parlato del 25 aprile e dell’antifascismo, non risparmiando critiche al governo Meloni.

In vista del 25 aprile Alessandro Barbero, a DìMartedì, ha attaccato il governo Meloni, definendo fascista chi fa fatica a definirsi antifascista. Lo storico e scrittore ha detto: “Che chi sta al governo e dovrebbe aver giurato su una Costituzione antifascista faccia fatica a dirsi antifascista, il che vuol dire che è fascista, perché è o l’uno o l’altro, mi sembra inquietante”.

Alla fine di questo scritto mi coglie un forte senso di paura e di scoramento visto che colgo di digitare con la mano destra: ‘Non è che per questo sono fascista?’. Ma, dai, mi dico: ‘Il fascismo è morto e sepolto, sopravvive esclusivamente nei ritagli della storia, stai tranquillo, sii sereno…’. A questo punto, non riscontrando serentà alcuna, seguo la logica del chiasmo, e capovolgo quanto detto da Corona: ‘le parole hanno un suono, l’idea dentro la testa è…’. E’ che il fascismo esiste esclusivamente nelle menti dei ‘resistenti immaginari’, che ancora oggi costruiscono a proprio piacimento bersagli di carne e di ossa. Come accade alla collega presentatrice Serena Bortone: ‘Io sono antifascista..’. Serena, resta serena, e resta tranquilla, il fascismo non c’è più ed io, come altri, non lo ritrovano nelle realtà sociali e governative di oggi. Riconosci di essere semplicemente ‘anti’, è un buon metodo per restare giovani…

Chiudo così questo articolo: “Noi tiriamo dritto e faremo esattamente ciò che abbiamo sempre fatto. Non possono vietare a delle persone di andare al cimitero a trovare un defunto. Sarebbe assurdo farlo, di certo non ci fermeranno’. Così il leader dell’associazione nazifascista Do.Ra Alessandro Limido dopo che il Comune di Varese ha precisato di non aver rilasciato nessuna autorizzazione ‘per lo svolgimento di manifestazioni o eventi nei cimiteri varesini in occasione del 25 aprile da parte della Comunità militante dei Dodici Raggi (Do.Ra)’. Sarà quindi un 25 aprile ad alta tensione nel Varesotto, dato che i membri del Do.Ra intendono comunque recarsi in diversi cimiteri per rendere omaggio ai morti della Repubblica sociale italiana con braccia alzate e ‘presente’ mentre l’associazione Collettiva Varese ha deciso di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile ad Azzate ‘perché qui ha sede il gruppo neonazista responsabile dei vergognosi saluti romani in Comune a Varese e del clima di intimidazione del 25 aprile scorso. Sappiamo che un presidio non può essere l’unica risposta al clima di generale impunità in cui i vari gruppi neonazisti e neofascisti operano da anni.  Ma crediamo in un antifascismo che sia pratica quotidiana e vogliamo supportare chi in questi anni ha continuato a lavorare per rendere concreti i valori’.

    “Facciano pure – ribatte Limido – A noi non interessa in alcun modo e di certo non scenderemo in polemica. Ognuno ha il suo 25 Aprile, lo celebri come crede”.

Orbene, la logica del ricordo dei morti, a qualsiasi lato politico appartenessero è logica condivisa, o la legge del ricordo e della memoria appartiene esclusivamente alla Resistenza e all’antifascismo? Esiste una ‘Livella’, ben diffusa e promossa dal mitico Principe De Curtis, in arte Totò. Conosceranno la livella, da ambo le parti, i manifestanti del 25 aprile…

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