Giorgia Meloni chiude con un suo intervento Atreju 2024

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Sarà il presidente del consiglio dei ministri, di Fratelli d’Italia e del partito dei conservatori europei, Giorgia Meloni, a chiudere Atreju 2024 “La via italiana”, oggi domenica 15 dicembre, al Circo Massimo.

Il premier prenderà la parola alle ore 12.15, preceduta dagli interventi dei vicepremier Matteo Salvini (in collegamento) e Antonio Tajani. Ad aprire la mattinata, alle ore 10, gli interventi di Marco Marsilio (presidente Regione Abruzzo), Antonella Sberna (vicepresidente parlamento europeo), Carlo Fidanza (capo delegazione FdI al parlamento europeo), Nicola Procaccini (co-presidente del gruppo ECR al parlamento europeo), Mateusz Morawiecki (già presidente del consiglio dei ministri della Repubblica di Polonia). Dalle ore 11 si succederanno sul palco di Atreju Galeazzo Bignami (capogruppo FdI Camera dei deputati), Lucio Malan (capogruppo FdI Senato della Repubblica), Fabio Roscani (deputato FdI e presidente Gioventù Nazionale). Alle ore 11.30 la sessione conclusiva con gli interventi di Lorenzo Cesa (deputato e segretario Udc), Maurizio Enzo Lupi (deputato e presidente Noi Moderati) e dei due vicepremier, fino alla conclusione di Giorgia Meloni alle ore 12.15. Atreju resterà aperta fino alla sera con la pista di pattinaggio e il villaggio di Natale.
Ad accogliere il premier, la standing ovation della sala Cristoforo Colombo e i cori “Giorgia Giorgia”.
“Grazie per questo entusiasmo contagioso, ne abbiamo bisogno. Quanto siete belli, quanta forza ci date”. Con queste parole rivolte alla platea, Giorgia Meloni, ha aperto il suo intervento di chiusura di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia.

“Grazie di essere qui, come da 26 anni a questa parte – ha proseguito Meloni – Per noi è un tempo lungo, ma è una era geologica per la politica italiana. Atreju era generazione che spendeva se stessa per superare i pregiudizi”, ora “è un altro mondo visto da qui ma è il nostro mondo e ce lo dobbiamo ricordare perché nessuno che sa guardarsi indietro puo avere la pretesa di andare avanti”.

Nel 1998 “Atreju era la sfida di una generazione nel tentativo di superare tutti i pregiudizi, i cancelli ideologici sbarrati dal palazzo, ora e’ un altro mondo. E’ il nostro mondo. Nessuno che non sappia guardarsi indietro può avere la pretesa di andare avanti”. “Atreju – ricorda la leader di FdI – era l’occasione per ritrovare gli amici e ricordarci che non eravamo soli in questa battaglia quotidiana.

Questa edizione di Atreju è stata splendida, impeccabile”, dice la premier. Con un filo di ironia ha poi speso una dedica alla sorella, capo della segreteria politica e responsabile del tesseramento del partito. “Grazie alla Arianna in questa sua foga di dover piazzare amici e parenti e gente che non conosce ha trovato il tempo per organizzare Atreju…”. Un chiaro riferimento ai veleni di alcuni giornali, per poi ringraziare tutta l’organizzazione di Atreju 2024.

“Grazie su tutti a Fabio Roscani e ai ragazzi di Gioventù nazionale: voglio dirvi ancora una volta che sono fiera di voi e che nessuna gogna costruita sull’errore del singolo spiando la gente dal buco della serratura, contro di voi per colpire me, vi toglie chi siete, siate fieri di voi”.

Non manca un passaggio sulla stabilità del centrodestra, che “è il segnale della discontinuità con il passato” nel mondo della politica, garantisce “quella autorevolezza senza la quale non è possibile produrre benessere. Ciascuno nel centrodestra è consapevole della propria responsabilità. Onoreremo fino all’ultimo giorno il compito che ci è stato dato. Arriveremo compatti fino alla fine della legislatura e oltre”. “Chi spera che qualcuno di noi metta il proprio destino prima del destino della nazione rimarrà deluso. Deludere la sinistra è il nostro sport preferito. Noi siamo per l’Italia”.

“Ogni volta che siamo stati dati per spacciati – aggiunge la leader di FdI – noi abbiamo preso in mano il nostro destino lasciando tutti a bocca aperta. Ci siamo rialzato mille molte, lo faremo ancora, lo stiamo facendo rispondendo con i fatti ai tanti, troppi uccelli del malaugurio che tifano contro la nazione per sperare di elemosinare un po’ di potere personale sulla pelle di milioni di connazionali”. Per Meloni, “pessimismo, benaltrismo, tafazzismo, la tendenza a piangerci addosso sono i principali nemici dell’Italia che abbiamo il dovere di sconfiggere, se non ci crediamo non possiamo farlo”.

“Quando poco più di due anni fa abbiamo vinto le elezioni e si sono sorpresi che non siamo scesi in piazza a festeggiare come fanno altri – prosegue la leader di FdI – non l’abbiamo fatto perché sapevamo che era l’inizio di una salita, che non c’era nulla da festeggiare, bisognava lavorare da subito. Il quadro geopolitico era e resta terribilmente complicato e in molti hanno scommesso sul nostro fallimento…direi che hanno puntato sul cavallo sbagliato. L’Italia di oggi torna a correre e stupire, da osservato speciale diventa un modello da seguire”.

“La stabilità di questo governo e il nostro protagonismo sulla scena internazionale – prosegue Meloni – hanno fatto da scudo e apripista al sistema produttivo italiano. Ho fatto personalmente due volte il giro del mondo e lo farò molte altre volte, perché non sono mai tornata a casa senza aver portato un risultato utile al sistema italiano: non è politica estera ma politica interna”.

“Con questo governo c’è lo stanziamento per la sanità più alto di sempre. Il calcolo non è difficile, si fa perfino senza calcolatrice, che l’ultima volta non è andata bene… L’aumento è di 10 miliardi negli ultimi due anni. Prima dell’arrivo di questo governo, quando c’erano quelli che ora dicono che non spendiamo abbastanza, negli ultimi 4 anni il fondo sanitario era aumentato di 8 miliardi. Con quale faccia dicono che non abbiamo fatto bene? La calcolatrice serve a voi. Non sono neanche 10 miliardi ma 12, perché vanno aggiunti quelli degli accordi di coesione e 750 milioni di euro dalla revisione del Pnrr”.

“Berlusconi sarebbe fiero che il governo che ha contribuito a creare il milione di posti di lavoro, che era una sua bandiera, lo ha fatto in due anni”.

E a proposito di occupazione, sotto la lente del presidente del Consiglio finisce la strategia della Cgil e del suo leader. “Gli argomenti di Landini sono deboli e cerca di coprirli alzando i toni, gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori ma per aiutare la sinistra, solo che da molto tempo chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori”. E sottolinea con una osservazione acuminata. “In Italia è la destra a difendere i lavoratori perché la sinistra era troppo impegnata a difendere le concentrazioni economiche, parlano di una legge sul salario minimo che non hanno mai presentato quando governavano”, aggiunge. Non manca una nota di rammarico sulle pensioni minime: “Avremmo voluto fare di più. Le risorse sono state gettate dalla finestra. Arriveremo” in futuro “alle pensioni a cento euro e supereremo” il tetto “per le persone in difficoltà” per poi ricordare: “Abbiamo certamente fatto meglio di loro” che “i soldi li toglievano ai lavoratori per salvare le banche”.
“Su Stellantis il Pd non l’abbiamo visto arrivare”

E a questo proposito, ironizza ferocemente Meloni “il Pd non l’abbiamo visto arrivare. A Elly Schlein si inceppa la lingua quando deve dire la parola Stellantis, ma forse è impegnata in altre cose come l’antifascismo, i balli sul carro del gay pride o a rappare. Facciano ciò che credono, noi andremo avanti”.

“Mi ha colpito molto la storia della piccola Jasmine, questa bambina tenacemente rimasta da sola in acqua per giorni e unica sopravvissuta di un naufragio. Le voglio mandare l’abbraccio affettuoso di questa piazza e voglio dirle, a lei e alle vittime dei trafficanti di esseri umani, che combatteremo senza tregua contro questi sistemi criminali”.

“I centri per migranti in Albania funzioneranno, funzioneranno dovessi passarci ogni notte da qui a fine legislatura. Funzioneranno perché voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato italiano e alle persone perbene di aiutarmi a combattere la mafia. Non sono io il nemico, io sono una persona perbene”. L’accordo, ricorda Meloni evocando l’attenzione anche di Londra e Parigi, “fa scuola in mezza Europa” anche perché “il punto centrale è l’effetto deterrenza. Bloccarlo sarebbe un favore ai criminali”.

“Abbiamo buttato fuori la camorra dalla gestione delle domande per i nulla osta dei migranti regolari così come abbiamo buttato fuori i camorristi che occupavano le case popolari a Caivano e anche qui i complimenti dei guru dell’antimafia alla Roberto Saviano li aspettiamo domani, fosse mai che non ci sia più nulla su cui fare una serie televisiva milionaria”.

“Continueremo a ridurre le tasse su chi lavora come abbiamo fatto con il taglio del cuneo, l’accorpamento delle aliquote Irpef e la flat tax per gli autonomi. Il cammino è lungo, del resto abbiamo ereditato uno Stato elefantiaco, fatto di sprechi vergognosi. Abbiamo pagato la ristrutturazione delle seconde case, il Reddito di cittadinanza a chi poteva lavorare. Cose molto costose che si potevano ottenere solo spremendo chi lavora e fa impresa. Uno stato efficiente vuol dire anche meno clientelismo. Capisco che uno scenario del genere possa preoccupare la sinistra ma non noi e i cittadini”.

Sulla sinistra, il leader di FdI ricorda come abbia cercato di azzoppare la nomina” di Fitto in Europa. Per loro “se non sei di sinistra non puoi fare il commissario europeo. Noi siamo antitetici alla sinistra, noi esistiamo per stupirvi e smentirvi”.

Non manca una frecciata agli artisti rossi. Contro il decreto sicurezza vedo “tanta mobilitazione di cantanti e attori. Una mobilitazione che più o meno avrà gli stessi risultati di quella fatta dagli attori di Hollywood contro Donald Trump”, sottolinea sarcasticamente Meloni.

Bersaglio degli strali del premier anche Conte e Prodi. Come abbiamo impresso un cambio di passo in Italia, continueremo a lavorare anche per imprimere un cambio di passo in Europa. Ipse dixit Elly Shlein: ‘Con Meloni l’Italia è isolata in Europa’. Ipse dixit Giuseppe Conte: ‘Il fallimento della Meloni significa relegare l’Italia in panchina’. Ma soprattutto ipse dixit Romano Prodi che ha detto: «L’estabilishment adora Meloni perché obbedisce». “Voglio dire a Romano Prodi che diverse cose che ha fatto nella sua vita, dalla svendita dell’Iri a come l’Italia entrò nell’Euro, passando per il ruolo determinante nell’ingresso della Cina nel Wto, dimostrano che di obbedienza se ne intende parecchio. Da persone come lui abbiamo imparato che obbedire non porta bene né alla nazione né all’Europa, e abbiamo fatto una scelta diametralmente opposta”.

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