C’è fiducia guardando al 17 dicembre quando, dal tavolo sulla crisi del settore auto al ministero delle Imprese, è atteso il varo di un ‘piano Italia’ che preveda e sostenga una mission produttiva per gli stabilimenti italiani di Stellantis.
Un piano dell’azienda, accompagnato dalle misure che potrà mettere in campo il Governo, anticipa il ministro Adolfo Urso, “risorse importanti e significative investite in ricerca, innovazione, in piattaforme, in nuovi modelli, cioè negli stabilimenti italiani, e nel contempo un rapporto pienamente collaborativo con l’industria della componentistica per gestire insieme la transizione”.
L’azienda spera che in quell’occasione “si possano dare delle buone notizie” e evidenzia che “in un anno e mezzo di lavoro” con il ministero è stato “aggiustato il tiro”: è il direttore delle risorse umane e delle relazioni industriali, Giuseppe Manca, da un dibattito ad Atreju sulla crisi dell’industria dell’auto e della filiera dell’automotive, a confermare che il clima è positivo.
“Credo che l’uscita di Tavares possa dare, sia a Stellantis che a John Elkann, la possibilità di dimostrare che vogliono bene al Paese. Perchè dobbiamo mantenere l’occupazione”, sottolinea dallo stesso palco il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini: “Dobbiamo mantenere l’occupazione del Paese, è quello che noi vogliamo fare. Sicuramente ci batteremo per questo”, dice, dopo aver sottolineato che “con il green deal rischiamo 270mila posti di lavoro in Europa, in Italia abbiamo a rischio 70mila posti di lavoro nella filiera dell’automobile, una eccellenza riconosciuta da tutto il mondo”.
Il ministro Adolfo Urso è fiducioso sull’esito del tavolo di domani che, dice, ha “l’obiettivo dimostrare a tutti di aver rimesso sulla strada l’auto italiana che era deragliata, che era sul procinto del burrone”: in quell’occasione potrà “manifestarsi con chiarezza un nuovo inizio per quanto riguarda gli stabilimenti di Stellantis nel nostro Paese” tirando le fila del “lavoro costruttivo” portato avanti negli ultimi mesi. Il 17 dicembre si potrà raggiungere “la prima tappa importante” con Stellantis, dice il ministro, che spiega: “Se, come penso, in quel momento sarà possibile enucleare un ‘piano Italia’ credo che, poi, il presidente Elkann potrà accogliere l’invito del Parlamento presentando quello che è il nuovo piano di Stellantis in Italia, anche alla luce delle decisioni che dovranno essere assunte in Europa, delle nuove necessarie regole europee”.
La prima scadenza cruciale del confronto in Europa sarà a fine anno, quando “scatta la tagliola delle penalità”, per le case automobilistiche, legate agli obiettivi del green deal. Definito un ‘piano Italia’, avverte il ministro, per il settore “il problema è in Europa e va risolto in Europa”.
“Un nuovo inizio per Stellantis in Italia”. A delineare la partenza di una fase due, che coincide con il dopo Tavares, è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il passaggio cruciale sarà Il 17 dicembre, domani, quando Jean-Philippe Imparato, capo Europa di Stellantis, metterà sul tavolo il nuovo piano che mostrerà al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Si parlerà di nuovi modelli per diversi stabilimenti, come Mirafiori, Pomigliano d’Arco e Cassino, e la conferma del ruolo di leader a livello europeo nel filone dei veicoli commerciali per lo stabilimento di Atessa. Impegni che dovrebbero bastare per inaugurare una stagione di dialogo tra Stellantis e il governo, lasciandosi così alle spalle gli aspri confronti dell’ultimo anno e mezzo. Non è un caso che uno dei rappresentanti italiani del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa, il responsabile delle Risorse umane in Italia, Giuseppe Manca, abbia partecipato ad uno degli appuntamenti di Atreju:
“Abbiamo dato missioni produttive a tutti gli stabilimenti, cosa potremmo aggiungere? Speriamo di non dover togliere, vediamo, perche’ dovremo necessariamente andare a monitorare costantemente l’evoluzione del mercato. E’ imprescindibile”.
“Non c’è più Tavares, l’ex ad non aveva capito la realtà”, sottolinea Urso dal palco del Circo Massimo. E aggiunge: “Ora si può manifestare con chiarezza un nuovo inizio per quanto riguarda gli stabilimenti di Stellantis nel nostro Paese con un rapporto pienamente collaborativo per gestire con noi, e con l’associazione che li rappresenta, anche la transizione della componentistica italiana, la sua diversificazione in altri settori produttivi”. Il tutto, secondo il ministro ricorda anche il caso Trasnova, “prima volta in cui Stellantis dimostra una responsabilità sociale nei confronti dell’indotto”, sarà contenuto nel nuovo piano industriale. Manca incassa le provocazioni di Marco Rizzo, ex Comunisti Italiani ora coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, tanto da chiedere al ministro la nazionalizzazione del gruppo automobilistico nato nel 2021. “Speriamo che il 17 si possano dare delle buone notizie. Ci stiamo lavorando. In un anno e mezzo di lavoro con il Mimit abbiamo aggiustato il tiro”, spiega Manca. “Evito di spoilerare alcune novità che ci saranno, parto da quanto riferito recentemente dal ministro Urso. Abbiamo dato missioni produttive a tutti gli stabilimenti. Cosa potremmo aggiungere? Lo diremo il 17. E speriamo di non togliere, perché dovremo necessariamente sempre monitorare il mercato”.
Il 2024 è stato un anno davvero difficile per il settore dell’automotive europeo e anche Stellantis ne ha subito le conseguenze. Il Gruppo è stato chiamato ad affrontare le sfide che la transizione ecologica gli ha posto dinanzi, ma anche le recenti dimissioni del CEO Tavares. In Italia, intanto, il pericolo per la perdita di posti di lavoro dovuti a una diminuzione della produzione è sempre più allarmante. Proprio per questo, il governo sembra esser pronto ad accogliere nuove idee per il futuro e il recente messaggio diretto a Elkann ne è il segnale più evidente.
In Italia, in molti imputano il disastro in termine di vendite delle auto elettriche prodotte dalle aziende gestite da Stellantis proprio al governo. La diatriba fra il Gruppo e l’esecutivo, infatti, si è spesso basata sulla necessità di elargire incentivi pubblici per poter dare il via a un massiccio cambio di rotta e dire addio ai motori termici.
Intanto, però, il dialogo fra le parti è più vivido che mai e, in merito a ciò, durante l’evento Atreju è intervenuto il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso: “Il presidente di Stellantis, Elkann, potrà rispondere all’invito di intervenire in Parlamento dopo che il nuovo Piano per l’Italia sarà definito, non prima, però, di alcune decisioni che dovranno esser prese da parte dell’Europa, visto che sarà necessario avere nuove regole europee”.