La medicina veterinaria sta vivendo una profonda trasformazione, con un aumento significativo della presenza femminile che sta ridisegnando il volto della professione. Secondo il XXV Rapporto Almalaurea, nel 2022 il 76% dei laureati in Medicina Veterinaria erano donne, un salto marcato rispetto al 70% del 2021. A livello europeo, la Federazione dei Veterinari Europei (FVE) rileva che nel 2023 il 65% dei veterinari erano donne, con un incremento di sette punti percentuali rispetto agli anni precedenti. Questo trend, che consolida la femminilizzazione del settore, pone interrogativi sulle opportunità e sulle sfide che accompagnano questa trasformazione.
Un valore aggiunto per la professione. L’ingresso massiccio delle donne nella medicina veterinaria rappresenta una risorsa importante. La loro sensibilità empatica e la capacità di costruire relazioni forti sono particolarmente apprezzate nella clinica degli animali da compagnia, dove il rapporto con i proprietari è cruciale per il successo delle cure. In ambiti emergenti come l’etologia applicata, la medicina comportamentale e il benessere animale, le veterinarie si distinguono per la loro capacità di integrare competenze multidisciplinari e approcci innovativi, rispondendo alle sfide di una società sempre più attenta al benessere degli animali.
L’aumento della presenza femminile sta contribuendo anche a rompere lo stereotipo del veterinario tradizionalmente maschile, promuovendo un modello più inclusivo. Tuttavia, nonostante questi progressi, le donne rimangono sottorappresentate nei ruoli dirigenziali. Solo l’8,5% delle posizioni apicali è occupato da donne, anche se le statistiche mostrano un trend in miglioramento. Questo dato evidenzia come il percorso verso una piena uguaglianza sia ancora in corso.
Sfide aperte: barriere culturali ed economiche. Le difficoltà non mancano. Alcuni settori, come la medicina equina o la gestione degli animali da reddito, rimangono ancora dominati dagli uomini, sia per le barriere culturali che per quelle fisiche. Questi ambiti richiedono spesso un impegno fisico significativo, che può scoraggiare alcune donne, alimentando così una divisione di genere all’interno della professione.
Anche l’aspetto economico rappresenta una sfida cruciale. Molte veterinarie lavorano come libere professioniste con partita IVA e lamentano redditi insoddisfacenti. Secondo recenti indagini, il 44% delle veterinarie giudica il proprio reddito inadeguato rispetto ai colleghi maschi, evidenziando una disparità economica ancora radicata. Inoltre, la conciliazione tra vita lavorativa e privata si rivela spesso difficile: la professione veterinaria è notoriamente impegnativa in termini di orari e carico fisico, ostacolando il raggiungimento di un equilibrio tra lavoro e responsabilità familiari.
Un futuro da costruire. Nonostante le difficoltà, il crescente numero di donne nella medicina veterinaria sta trasformando la professione in un settore più innovativo e dinamico. Le veterinarie stanno dimostrando come la diversità di approccio possa migliorare non solo la qualità del lavoro, ma anche l’efficacia delle cure. La femminilizzazione della professione non è solo un’opportunità per ridisegnare le dinamiche interne, ma anche per adattarsi a un mondo in cui il benessere degli animali è sempre più centrale.
Tuttavia, per garantire che questa trasformazione sia pienamente valorizzata, è necessario affrontare alcune questioni fondamentali. Servono politiche mirate che riducano le disparità economiche, favoriscano la conciliazione tra lavoro e vita privata e sostengano l’accesso delle donne ai ruoli dirigenziali. La promozione di un ambiente professionale inclusivo e attento alle diversità di genere non rappresenta solo una questione etica, ma una strategia per migliorare l’intero settore.
La strada è ancora lunga, ma il potenziale delle veterinarie è innegabile. Investire nella loro formazione, nella valorizzazione delle competenze e nel superamento delle barriere esistenti significa costruire un futuro migliore per tutta la professione. La medicina veterinaria del domani non può prescindere dal contributo delle donne, che rappresentano oggi non solo il presente, ma anche la chiave di un futuro più equo e innovativo.
Valentina Alvatore