Il 2025 è ormai alle porte e bussa in modo impetuoso. Sarà l’anno in cui si decideranno le sorti dei protagonisti di maggioranza e opposizione. Per il governo in particolare, inizia un cammino tutto in salita. Fino ad oggi, proclami, buone intenzioni, ma adesso devono seguire i fatti. Il centrodestra è alle prese con un logoramento fisiologico della coalizione che non gode di buona salute, ma si cerca di mascherare. Quanto al centrosinistra, soffre di mancanza di incisività, in uno alla mancanza di coesione interna. A questo punto, Giorgia Meloni può pensare di difendere la stabilità interna, che è un vero e proprio tesoro se si paragona alle incertezze e alle tensioni che attraversano Francia e Germania. Ma il problema per la Premier è il 2025 , l’anno in cui la legislatura dovrà prendere una decisa direzione, ed evitare il galleggiamento. Del resto i toni duri che la Meloni ha usato domenica ad Atreju , testimoniano la sua ansia che le deriva dal fatto che l’ agenda del governo è pieno di intenzioni, ma priva di risultati concreti. L’ attacco all’opposizione, portato in modo virulento, rivela la necessità di scovare sempre il nemico a cui addossare i propri insuccessi. Ciò che si capisce è che la Presidente del Consiglio è sotto pressione, come mai è successo prima. Il flop della legge sull’ autonomia differenziata, parzialmente bocciata dalla Consulta, i mugugni di Salvini , Forza Italia che scalcia , sono sintomi di logoramento, che la Meloni tenta di mascherare. E si rende conto che deve cercare di dare una svolta, altrimenti il rischio è la stagnazione. Attualmente la Premier deve ringraziare le testate giornalistiche estere che l’ acclamano, ma si rende conto che certi sostegni fanno presto a finire. Cosa potrebbe accadere se la riforma della giustizia ed in particolare quella della separazione delle carriere dei magistrati venisse affossata dalle Camere? Si tratta di una riforma che cambia il sistema giudiziario totalmente, e quindi non può essere accantonata per poi essere ripresa in un secondo tempo. Sarebbe distruttivo per la maggioranza di governo se si dovesse arenare in Parlamento, rivelerebbe i limiti e l’ inconsistenza riformatrice. Alla Premier non restano che due ipotesi. La prima: una legislatura esaurita può solo galleggiare e sarebbe uno smacco per le destre. La seconda: si cambia il governo, ma se questa via risultasse impraticabile, per una serie di ragioni politiche, si sciolgono le Camere , ma questo dipende dal Capo dello Stato e da molte circostanze che potrebbero crearsi tra qualche mese.
Per Giorgia Meloni un 2025 ad alto rischio
Date: