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Dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares, sembra che il Governo italiano e Stellantis si stiano riavvicinando. Durante la giornata di martedì 17 dicembre si è tenuto un incontro presso il ministero per le Imprese e il Made in Italy, alla presenza di alcuni dirigenti del gruppo automobilistico e dei ministri Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone. L’argomento centrale era il futuro degli stabilimenti della società in Italia. Sono in tutto cinque e per ognuno di loro Stellantis ha assicurato alcuni nuovi modelli nei prossimi anni.
Il lavoro fatto dal ministro Urso e i primi risultati ottenuti dal “tavolo” di concertazione, riunitosi al ministero, vengono stigmatizzati da diversi esponenti di Fratelli d’Italia. “Grazie all’impegno del governo Meloni e del ministro Urso finalmente è stato raggiunto un accordo con Stellantis che pone l’Italia al centro dell’azione dell’azienda automobilistica. Aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi e avviando processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione delle persone del Gruppo. Prende perciò forma il nuovo piano industriale di Stellantis per l’Italia che prevede un investimento per il 2025 di 2 miliardi di euro negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia. Grazie all’incessante lavoro del governo e in particolare del ministro Urso si apre una fase nuova per l’automotive italiana”, dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti.
“Grazie al governo Meloni e al ministro Urso è stato raggiunto un accordo con Stellantis che mette nuovamente al centro l’Italia nelle politiche del gruppo automobilistico. Si tratta di un risultato eccezionale che prevede interventi straordinari, a cominciare dall’investimento per il 2025 di 2 miliardi di euro negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia. Il piano industriale di Stellantis prende forma e lo dimostra l’aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi e avviando processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione delle persone del Gruppo”, aggiunge il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese, capogruppo FdI in Commissione Industria a Palazzo Madama.
Il day after del “tavolo di concertazione” vede il gruppo guidato dagli Elkann fornire, finalmente, anche numeri e “trasparenza” sui piani industriali nel nostro Paese. L’ex Fiat riparte dall’Italia, una svolta imprevedibile fino a ieri, quando comandava, con pessimo risultati, il portoghese Tavares. Il responsabile Stellantis Europa Jean-Philippe Imparato, francese che ama l’Italia per sua stessa ammissione, ha puntato subito, negli incontri col governo e col ministro Urso, sulla centralità dell’Italia nel suo business, in un’ottica che potremmo definire, senza eccesso di forzature, di “sovranismo economico”.
Stellantis manterrà in attività tutti i siti nel Paese e conferma gli investimenti che il Gruppo effettuerà in Italia. Si parla per il 2025 di circa 2 miliardi di euro di investimenti negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia. Il Gruppo, pur in un momento di crescenti difficoltà del settore automotive nel mondo, ha ribadito di voler portare avanti il proprio piano industriale in Italia con risorse proprie, senza qualsiasi forma di incentivo pubblico alla produzione.
Il piano di incremento di Stellantis in Italia per i 2025 coinvolge più impianti:
Pomigliano: dal 2028, sarà installata la nuova piattaforma (STLA- SMALL), sulla quale è prevista la produzione di 2 nuovi modelli compatti.
Mirafiori: sarà basata la produzione della 500 ibrida e della nuova generazione della 500 BeV elettrica.Cassino: verrà introdotta la piattaforma STLA-LARGE su cui saranno prodotti tre nuovi modelli come la nuova Alfa Romeo Stelvio, Alfa Romeo Giulia e una nuova vettura top di gamma.
Melfi: beneficerà nel corso dei prossimi anni del lancio di 7 nuovi modelli tra cui la nuova DS, la nuova Jeep Compass, la nuova Lancia Gamma e la nuova DS7, tutte elettriche.
Atessa: dal 2027 sarà avviata la produzione di una nuova versione di Large Van.
Modena: diventerà il polo dell’alta gamma Made in Italy.
Termoli: per il 2025 resta aperta la realizzazione di una Gigafactory
Nel corso del 2025 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Stellantis terranno aperto un dialogo costante sugli effetti e sugli impatti delle iniziative previste nel settore automotive.
Innovazione, elettrificazione e tecnologie avanzate. Attraverso tutti questi elementi Stellantis mira a trasformare l’industria automobilistica italiana.
Per il futuro, Stellantis ha previsto il ritorno dei motori a combustione tramite la produzione della 500 ibrida. A Torino avrà anche sede il nuovo quartier generale della regione Europa, mentre prosegue l’attività del polo SustainEra, per il ricondizionamento e il riciclo di motori, cambi e intere auto del gruppo, avviato un anno fa.
Le principali novità sono arrivate per l’impianto campano di Pomigliano d’Arco. Dal 2028 sarà installata nello stabilimento la nuova piattaforma Stla-Small, su cui si baseranno le nuove compatte di Stellantis. Questo dovrebbe garantire la continuità della produzione per gli anni successivi. Sono previsti ben due modelli compatti, a partire dal 2028, in produzione a Pomigliano.
Nel frattempo è stata prolungata la produzione dell’attuale modello della Fiat Panda. L’utilitaria avrebbe dovuto terminare in pochi anni la sua vita, diventando la Grande Panda, auto elettrica prodotta in Serbia e di diversa categoria. Il successo, soprattutto in Italia, della terza generazione di Panda ha però convinto Stellantis a prolungarne la produzione a Pomigliano fino al 2028, con il nome di Pandina.
A Cassino invece sarà installata la produzione della nuova piattaforma Stla Large, su cui si baseranno tre nuovi modelli. I primi due saranno delle Alfa Romeo, la Stelvio e la Giulia, rispettivamente a partire dal 2025 e dal 2026.
Tra le situazioni più delicate c’è quella del polo Maserati di Modena. La casa emiliana è in crisi, dopo una riconversione verso l’alta gamma che non ha portato i risultati sperati. Non esiste ancora un piano industriale preciso per questo impianto, anche se Imparato, il manager più importante di Stellantis in Europa, ha assicurato che il marchio modenese avrà un suo futuro.