L’Unione Europea ha intenzioni di sospendere l’esenzione dal visto per i diplomatici georgiani, decisione che si applicherà esclusivamente ai titolari georgiani di passaporti diplomatici e di servizio, esentando, invece, il resto della popolazione. La decisione sarebbe maturata come risposta alla violenta repressione dei manifestanti, che da settimane scendono in piazza per denunciare il graduale allontanamento del partito al governo dall’Europa e il suo avvicinamento alla Russia. Intanto, in Georgia sono arrivate a tre le settimane di protesta iniziate a fine novembre all’indomani della decisione del primo ministro Irakli Kobakhidze di non voler portare avanti i colloqui per l’adesione all’UE fino al 2028, nonostante un obbligo della Costituzione che obbliga gli organi statali a “prendere tutte le misure nell’ambito delle loro competenze” per garantire l’integrazione della Georgia. Per le strade la violenta repressione dei manifestanti pro Unione Europea ha portato a scontri caotici, con all’arresto di numerosi esponenti dell’opposizione con diversi feriti e centinaia di arresti, insieme alle accuse di percosse, torture e rapine addebitate alla polizia. Il dissenso è stato aggravato da tutta una serie di presunte irregolarità che hanno caratterizzato le elezioni parlamentari di ottobre, che hanno visto il partito di Kobakhidze ottenere la maggioranza.