Da sempre l’Islanda non ha avuto una chiara posizione rispetto all’euro adesione al blocco. Forse a svegliare il sentimento europeista sono stati fattori come la Brexit, alcuni problemi interni e la forte crisi finanziaria del 2008. Ieri il nuovo esecutivo nazionale ha fatto sapere di voler chiedere ai cittadini, con un referendum, entro il 2027 se sono favorevoli all’Ue. “Abbiamo deciso di approvare una mozione in parlamento in cui si afferma che si terrà un referendum sul proseguimento dei colloqui di adesione dell’Islanda all’Unione Europea e che questo referendum si terrà entro il 2027”, ha dichiarato il neo ministro degli esteri Þorgerður Katrín Gunnarsdóttirche è anche a capo del partito Liberale Riformista, favorevole all’Unione europea, e si prevede che guiderà i negoziati di adesione. Questa mattina, il primo ministro Kristrún Frostadóttir prenderà possesso dei suoi poteri e ha già reso noto che costituirà una task force per studiare i possibili vantaggi o svantaggi del mantenimento della corona islandese rispetto all’adozione dell’euro. Secondo gli ultimi sondaggi la possibile adesione del Paese all’Ue è in crescita tra la popolazione islandese. Oltre il 54 per cento degli intervistati si è detto favorevole all’adesione all’euro blocco con la maggior parte di loro che ritiene che migliorerebbe la situazione finanziaria del Paese.