2025 , in Europa ambizioni e scetticismo

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L’ Unione europea si trova in un momento storico delicatissimo che se non affrontato con giusto equilibrio e con una prospettiva di una politica coesa tra i singoli stati che la compongono, rischia lo sfaldamento. Nel presentare il suo programma 2025-2029, la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha ribadito l’ importanza strategica di allargare l’ Unione all’ Ucraina, alla Moldova, Georgia e Balcani, definendola ” un imperativo geostrategico, economico e morale”. Ma l’ ambizione e l’ entusiasmo trasmesso dalla Presidenza, non sembra essere condiviso né dai cittadini europei, né da quelli italiani. Un recente studio ha evidenziato come solo il 38% dei cittadini dell’ UE sia favorevole all’ ingresso di nuovi membri, mentre il 31% si dichiara contrario e un 20% indifferente. E le stesse percentuali si registrano in Italia. Il sostegno dei cittadini europei, inoltre, varia a secondo dei Paesi candidati: per l’ Ucraina abbiamo un 41% di opinioni favorevoli e un 35% per i Balcani occidentali, mentre in Turchia, la percentuale di abbassa notevolmente, 21% . Lo stesso studio evidenzia che lo scetticismo diffuso sia generato dal timore della gestione dei flussi migratori, al controllo delle frontiere, al terrorismo, alla disoccupazione e alla crisi economica. Questo sentimento di avversione ad un eventuale allargamento ha favorito l’ affermazione delle estreme destre in Europa che alla elezioni del Parlamento dello scorso giugno, hanno ottenuto il 26% dei seggi. Lo studio, evidenzia che la maggioranza dei cittadini sarebbe disposta ad un eventuale allargamento, se questo garantisse maggiore pace e sicurezza dei nuovi Paesi membri, se si rafforzasse la difesa europea e si creassero condizioni di crescita economica per gli attuali stati membri. L’ Unione europea ha il compito di informare adeguatamente i suoi cittadini circa le implicazioni dell’ allargamento, rendendolo edotti sui vantaggi e su eventuali cambiamenti socio- economici. Altrettanto importante sarebbe promuovere la partecipazione attiva dei cittadini attraverso consultazioni pubbliche, sondaggi e convegni, al fine di costruire un’ Unione che rifletta le esigenze e gli obiettivi dei singoli stati membri. La sfida è iniziata. Spetta all’Europa creare le condizioni per coglierla .

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