Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo inviatoci da Roberto Vignoli, che di seguito pubblichiamo:
In scena al Teatro Sala Umberto, fino al 12 gennaio, “Il Professionista” un’opera intensa e affascinante che combina atmosfere noir e toni ironici per raccontare il dramma interiore di un sicario alla ricerca di redenzione. Scritta e diretta da Tommaso Agnese, questa “dark comedy” si snoda tra violenza, amore, e introspezione, offrendo uno spaccato originale del tormentato mondo interiore di un uomo che cerca, senza successo, di sfuggire al proprio passato.
Aron, interpretato da un impeccabile Luigi Di Fiore, è un killer professionista che vive nell’ombra di un mondo maschilista e violento. Stanco e logorato dal peso delle proprie azioni, si rifugia nell’alcol, fino a quando una sera, in un locale malfamato, incontra Giuli (Claudia Vismara), una giovane cantante che accende in lui la speranza di una vita diversa. Il loro amore, seppur appassionato, si scontra con la realtà spietata: il passato di Aron lo perseguita e Giuli, incapace di reggere il peso della fuga, lo abbandona.
Il conflitto centrale del dramma emerge attraverso il confronto tra Aron e il suo alter ego giovanile (un Edoardo Purgatori convincente e carismatico), simbolo di un’innocenza ormai perduta. Questa battaglia interiore raggiunge l’apice durante una missione fallita: l’uccisione di un predicatore (interpretato da Antonino Iuorio con toni intensi e drammatici). Qui, la narrazione mescola azione e riflessione, tra visioni oniriche e un’estetica cupa, ricreata magistralmente con luci soffuse e atmosfere fumose.
La forza di Il Professionista risiede nelle sue interpretazioni. Di Fiore, con la sua voce profonda e il carisma di chi conosce a fondo il palcoscenico, regge l’intera pièce con grande padronanza, mentre Purgatori aggiunge dinamismo e freschezza. Claudia Vismara, nel ruolo della femme fatale, dona al personaggio di Giuli sensualità e fragilità, completando un cast affiatato che include anche Paolo Perinelli, Gabriel Zama e Paolo Maras.
La regia di Agnese sorprende per la sua capacità di mescolare dramma e ironia in modo equilibrato, pur mantenendo alta la tensione emotiva. Le ambientazioni, dai locali di periferia alle sequenze oniriche, creano un contrasto suggestivo che accompagna lo spettatore in un viaggio nei tormenti del protagonista.
Il Professionista non è solo il racconto di un sicario, ma una riflessione sul fallimento del cambiamento e sul peso delle proprie scelte. Una produzione coinvolgente e ambiziosa, capace di offrire uno sguardo originale su temi universali come l’amore, la redenzione e l’inesorabile attrazione del passato.
Roberto Vignoli