La regolarizzazione delle orecchiette baresi finisce davanti al Tar Lazio

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È iniziato ieri mattina, alle nove in punto, al primo piano di uno dei saloni della vecchia manifattura dei tabacchi al quartiere libertà il percorso di regolarizzazione immaginato dal comune di Bari, insieme alle associazioni di categoria per regolarizzare le attività di produzione e vendita delle orecchiette artigianali nel borgo antico del capoluogo pugliese. Come scolare al primo giorno di scuola le massaie si sono presentate di prima mattina agli uffici dello sportello di Porta Futuro, per seguire il corso di formazione per ottenere l’attestazione della Haccp, atto propedeutico per sistemare la diatriba che da qualche mese va avanti intorno alla questione orecchiette del centro storico barese. Ad aspettare, prima dell’inizio del corso, le dodici iscritte al corso, l’assessore comunale al marketing e al turismo, Pietro Petruzzelli. La prima ad arrivare in via Ravanas è stata la signora Nunzia Caputo accompagnata in motorino dal marito. “Sono commossa, mi sembra di essere tornata indietro di tanti anni. Seguire questo corso, per me, rappresenta quasi come essere tornata indietro per vivere il mio primo giorno di scuola”, ha commentato la massaia più famosa di Bari vecchia, scherzando con i giornalisti e con lo stesso delegato del sindaco. Dopo di lei, nel giro di pochi minuti, sono arrivate tutte le iscritte che si sono accomodate in quell’aula per seguire quanto gli è stato spiegato. “Oggi, con questo corso, si avvia un importante fase che porterà alla regolarizzazione del fenomeno orecchiette del centro storico che, da qualche tempo, è al centro dell’attenzione mediatica locale e nazionale”, ci ha tenuto a sottolineare l’assessore Petruzzelli, secondo il quale “la produzione e vendita delle orecchiette nel borgo antico, ovviamente secondo i canoni e i crismi di legge, rappresenta l’unico vero e proprio argine al fenomeno della gentrificazione del centro storico che rischia di essere svuotato delle sue caratteristiche endemiche per far posto alla contagiosa moda asettica dei b&b. Dopo questo percorso di oggi”, ha detto rivolgendosi alle non giovanissime corsiste, “la prossima tappa sarà quella legata ai sopralluoghi tecnici nelle vostre abitazioni e nei vostri sottani che vi indicheranno quali precauzioni dover seguire e quali piccoli interventi dovete fare come per esempio l’installazione di zanzariere o di lasciare apposite mensole dedicate al prodotto nel vostro frigorifero. Vi ringrazio per essere qui questa mattina in modo da avviare alla fase conclusiva il perfezionamento del vostro lavoro che avete ereditato dalle vostre mamme e dai vostri genitori”, ha concluso il delegato del sindaco Vito Leccese prima dell’inizio della lezione. “Noi siamo pronte e vogliamo metterci in regola al passo con i tempi e le norme e per questo siamo felici di partecipare a questo corso che ci consentirà di portare avanti una tradizione lavorativa che ci riviene dal passato e che vogliamo tramandare al futuro”, racconta la 32enne Angela che ha imparato a fare le orecchiette dalla suocera e che sta cercando di insegnalo alla nuora. Ma all’orizzonte del futuro delle orecchiette baresi si intravedono nubi e a prospettarle Gaetano Campolo, CEO della Home Restaurant Hotel Srl, che ha “denunciato formalmente alle autorità la cosiddetta ‘Truffa delle Orecchiette’, evidenziando come la disinformazione abbia negativamente coinvolto il settore dell’Home Restaurant”. Campolo, poi “critica duramente l’operato dell’amministrazione comunale di Bari e, in particolare, dell’Assessore Pietro Petruzzelli, accusato di non aver svolto il proprio ruolo in maniera adeguata”. Poi, Campolo, alza il tiro e fa sapere che “le linee guida regionali sull’Home Food e Home Restaurant sono oggetto, in queste ultime ore, di un esposto presso il TAR Lazio da parte del loro ufficio legale, che partendo dalla legge regionale pugliese investe anche i dettami legislativi regionali di Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Emilia Romagna. Queste linee guida, promosse seguendo gli interessi di lobby come Fipe Confcommercio, sono ritenute incostituzionali e in contrasto con i paletti già bocciati dall’Antitrust nel 2017. Il riferimento iniziale all’Home Restaurant in questa vicenda, per poi passare alla promozione delle linee guida regionali sull’Home Food e Home Restaurant”, conclude l’esperto del settore calabrese, “ha causato un danno significativo al settore, che sarà oggetto di giudizio da parte delle autorità competenti. Inoltre, è stato un insulto non solo per i baresi e i pugliesi, ma per tutti gli italiani ed europei. Campolo sottolinea che la sua proposta per regolamentare le pastaie attraverso la formula IAD è stata ignorata, aggravando ulteriormente una situazione che ora richiede l’intervento della Procura di Bari”.

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