Si è dimesso dall’incarico dopo l’incontro lampo di ieri con il Presidente della Regione il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera “Villa Sofia – Cervello” Aroldo Gabriele Rizzo. Rizzo, che era in carica da cinque anni, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico nelle mani del manager ed il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Roberto Colletti, lo ha comunicato al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Il presidente Schifani aveva convocato per oggi pomeriggio a Palazzo d’Orléans, proprio il direttore generale dell’’’azienda ospedaliera “Villa Sofia-Cervello” di Palermo, Roberto Colletti.
“L’incontro – si legge in una nota ufficiale – servirà per discutere delle criticità emerse di recente nella gestione delle attività sanitarie del presidio ospedaliero Villa Sofia”.
Il presidente Schifani aveva ricevuto, nel corso di un incontro lampo durato una decina di minuti, il direttore sanitario e il direttore amministrativo, Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino.
I due erano stati convocati dal Governatore con la medesima formula ovvero “per discutere delle criticità emerse di recente nella gestione delle attività sanitarie del presidio ospedaliero “Villa Sofia”.
Nessuna indiscrezione era trapelata sull’esito del “faccia a faccia” ma è facile immaginare che al centro delle poche parole ci siano stati, oltre ai due decessi denunciati dai familiari nel reparto di ortopedia, gli esiti del sopralluogo compiuto nei giorni scorsi da Schifani dopo che erano stati segnalati diversi disservizi, prima ancora della denuncia dei familiari. Inevitabile collegare le dimissioni di Rizzo all’incontro di ieri e alle dichiarazioni del governatore degli ultimi giorni.
Due giorni fa, infatti, Schifani aveva annunciato provvedimenti “Se qualcuno non è all’altezza di risolvere i problemi se ne torni a casa. Poltrone di comodo, con Schifani, non ce ne sono più. La questione sanità ospedaliera mi preoccupa molto. Non staremo fermi. La politica è entrata troppo su quelle che sono le nomine e le disfunzioni organizzative della sanità pubblica. E’ stata distratta”.
“Sento il dovere – aveva aggiunto il Presidente – di intervenire personalmente per cercare di capire il perché di certe morti in certi pronto soccorso, dove i malati stanno nei corridoi e non nelle stanze. Non è possibile. E’ uno scandalo. Questi scandali non non dobbiamo soltanto denunciarli, ma dobbiamo risolverli”.
Sul decesso di Giuseppe Barbaro i familiari hanno presentato un esposto e la procura ha aperto una inchiesta. Al momento l’inchiesta della procura è a carico d’ignoti. Per conoscere le cause del decesso si dovrà attendere l’esito degli esami istologici e la relazione del medico legale depositata tra 60 giorni. La famiglia continua chiedere giustizia.
“Nostro padre non aveva patologie di un nessun tipo – dicono i familiari – ultimo intervento a maggio per la cataratta. Ha superato anche il Covid senza nessun problema. Purtroppo i tre giorni passati al pronto soccorso in corridoio in quello che loro chiamano Obi, ma è di fatto il corridoio dove ci sono tanti pazienti che sono a stretto contatto, e i complessivi 17 giorni di ricovero in attesa di un intervento per la frattura alla spalla hanno portato alla morte di nostro padre che nonostante i 76 anni stava in ottima salute”.