De Luca, all’indomani della decisione del governo Meloni di ricorrere in Corte Costituzionale per affossare la legge campana sul terzo mandato, apre una trattativa con il Nazareno che si articola in tre punti fondamentali: la successione in Regione, il salvagente per il figlio Piero e l’appoggio del partito per il ritorno al Comune di Salerno, che sarebbe il suo quinto mandato.
Tre pagamenti che il Pd deve onorare se vuole evitare lo scontro con il governatore uscente. Partiamo dal primo: la successione in Regione dove De Luca chiede un nome pescato tra la sua cerchia per la guida della coalizione di centro-sinistra alle prossime elezioni regionali. Nell’accordo nazionale la Campania spetta a un candidato grillino. Anche perché, sarebbe l’unica Regione nella quale il partito di Giuseppe Conte viaggia su una cifra sopra il 10%. I nomi usciti dal cilindro grillino sono: Roberto Fico e l’ex ministro Sergio Costa. Il governatore uscente vuole decidere il suo successore. I nomi sono due: il vicepresidente Fulvio Bonavitacola e l’assessore alla Scuola Lucia Fortini. Sono i due nomi di De Luca per deporre le armi contro il Nazareno.
Il secondo punto di De Luca è legato al figlio Piero. Il primogenito del governatore è alla seconda legislatura, non si è mai infilato nella guerra tra il padre e la segretaria Schlein. De Luca senior chiede ampie garanzie che il posto nel listino per il figlio sia blindato.
Il terzo punto è il ritorno di De Luca nella sua città, Salerno, come sindaco e chiede la strada «spianata» verso il quinto mandato da sindaco di Salerno. Elly Schlein deve decidere se accettare o meno le richieste. In attesa delle mosse del Nazareno il governatore è già al lavoro sulla coalizione che dovrà supportarlo nella terza scalata al vertice della Regione Campania. Una sfida su cui incombe il verdetto dei giudici della Corte Costituzionale. Quando deciderà la Consulta? In tempo per le regionali o dopo, creando un pasticcio giuridico senza precedenti.