Gennaro Sangiuliano, reintegrato in Rai come direttore, confida di essere trasferito oltreoceano come corrispondente

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Gennaro Sangiuliano spera, pur senza dichiararlo, di essere trasferito nella Grande Mela come corrispondente Rai. Per il momento, in questi mesi, sta prendendo “lezioni specifiche di inglese” per mettere a punto “una convincente terminologia politico-economica”. Nel frattempo presenta il suo ultimo libro dedicato a Donald Trump (“La rivincita”) e trascorre le giornate negli uffici Rai dove “leggo email, leggo i giornali, mi documento. Ah, ho fatto tutti i corsi di aggiornamento online della Rai e dell’Ordine dei giornalisti”.

In una intervista al Corriere della Sera, l’ex ministro Gennaro Sangiuliano ripercorre i mesi trascorsi dopo il caso Maria Rosaria Boccia, sul quale sono adesso in corso le indagini della procura di Roma. Intanto Dagospia nei giorni scorsi ha pubblicato il decreto firmato da Sangiuliano quando era ministro in cui nominava Boccia sua consulente.

“Quel documento non ha valore: c’è la mia firma autografa, era solo l’inizio di un iter molto complesso, serviva la firma digitale, oltre che la conclusione di tutta la trafila d’approvazioni” chiarisce il diretto interessato che ricorda di aver “presentato una decina di querele, tutte circostanziate e documentate” dopo aver “subìto un vero assalto mediatico, uno stillicidio, e le confesso che sento ancora la persecuzione. Di notte dormo male, ho risvegli continui. Le dicevo che passeggio, ma non in centro a Roma: temo ancora di essere fotografato. Preferisco andare in un parco pubblico con un amico”.

Nel corso dell’intervista al Corriere, Sangiuliano, reintegrato come direttore a disposizione dell’amministratore delegato Rai, non conferma il possibile incarico a New York ma sostiene di essere “titolato ad avere un incarico all’estero” dopo aver scritto numerose biografie (“Hillary Clinton, Putin, Xi Jinping, Reagan, la vita di Lenin a Capri a cui una illustre firma del Corriere, Raffaele La Capria, dedicò una recensione”) e mentre sta studiando per la prossima sul leader turco “Erdogan, su cui farò il mio prossimo libro. Sa che era una promessa del calcio? Lo chiamavo il Beckenbauer turco”. Il tempo libero a disposizione c’è perché “ho oltre duecento giorni di ferie arretrati”.

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