Con l’avvio del 2025, il tema degli stipendi è tornato al centro del dibattito politico e sociale. L’entrata in vigore delle nuove misure fiscali, previste dalla Legge di Bilancio, ha sollevato diverse preoccupazioni tra i lavoratori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse. Nonostante le promesse di interventi mirati per alleggerire il carico fiscale, alcune categorie rischiano di vedere una riduzione del netto percepito in busta paga. Secondo un’analisi pubblicata da Altroconsumo, gli effetti della nuova normativa potrebbero comportare una perdita annua di circa 600 euro per i lavoratori con un reddito di 28.000 euro, a causa dell’eliminazione degli sconti sui contributi previdenziali concessi nel 2024.
Le novità principali riguardano il nuovo sistema di detrazioni fiscali. Per i redditi fino a 20.000 euro sono state introdotte detrazioni progressive che variano dal 4,8% al 7,1%. Tuttavia, per le fasce di reddito tra 20.000 e 40.000 euro, la detrazione si riduce a un importo fisso di 1.000 euro, inferiore rispetto alle agevolazioni precedenti. A complicare ulteriormente la situazione, il Governo non ha confermato il previsto taglio dell’aliquota IRPEF per il secondo scaglione (35%), che avrebbe dovuto essere ridotta al 33%, come riportato dal Sole 24 Ore.
La combinazione di questi fattori potrebbe incidere negativamente sui consumi interni, con una riduzione della capacità di spesa delle famiglie, già provate dall’aumento dell’inflazione. Secondo il report di Nomisma, il rischio è quello di un ulteriore rallentamento dell’economia, con un impatto diretto sul PIL e sul mercato del lavoro.
Le polemiche non si sono fatte attendere: alcune forze politiche hanno proposto di intervenire con un correttivo, puntando su un nuovo taglio del cuneo fiscale e su incentivi mirati per le fasce di reddito più basse. Tuttavia, resta incerto se e come tali proposte potranno essere finanziate. Nel frattempo, il Ministro dell’Economia ha dichiarato che il Governo monitorerà l’evoluzione della situazione e valuterà eventuali aggiustamenti nelle prossime manovre finanziarie, come riportato in un’intervista a Repubblica.
Se non verranno introdotti correttivi a breve termine, l’effetto combinato di stipendi più bassi e inflazione potrebbe innescare un effetto domino su domanda e consumi, aggravando ulteriormente le difficoltà economiche delle famiglie italiane.
Valentina Alvaro