Bari – Arrestato presunto assassino di Santo Spirito

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Il caso dell’omicidio di Santo Spirito è stato risolto in meno di una settimana. Stava pensando di cambiare aria il 41enne Antonio Rizzi, di Bari ma residente a Bitritto, ritenuto dagli investigatori l’autore dell’efferato omicidio con ottanta coltellate del 63enne, Francesco Dogna, avvenuto intorno all’una e trenta la notte tra il sette e l’otto gennaio scorso nella sua abitazione di Santo Spirito a nord di Bari. Per questa ragione, lunedì sera, poco dopo il funerale della vittima, i carabinieri della compagnia di “Bari-San Paolo”, coordinati dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Bari, Carla Spagnuolo, si sono presentati a casa sua per convocarlo in caserma per interrogarlo. Dopo alcune ore di interrogatorio il quasi 42enne ha confessato di essere stato lui l’autore di quell’omicidio. E per questa ragione è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria e trasferito, in attesa dell’interrogatorio di garanzia di domani, al carcere di Bari. A lui, gli inquirenti sono arrivati grazie a una intensa attività investigativa che ha incrociato, dati e informazioni. I carabinieri dall’esame dei filmati acquisiti hanno accertato l’orario di entrata e di uscita del presunto assassino dall’abitazione della vittima e la fuga, dopo l’omicidio a bordo della sua auto parcheggiata in una traversa non molto lontano dal luogo del delitto, dove sono state repertate numerose tracce ematiche del Rizzi. A mettere i militari sulle sue tracce sono stati, anche, alcuni messaggi trovati sul computer della vittima scambiati qualche giorno prima dell’omicidio e, poi, come avvenne nell’indagine per l’omicidio del fisioterapista il riscontro dei movimenti tracciati dal GPS, dopo l’individuazione della targa dell’auto hanno chiuso il cerchio investigativo. I due, come poi, è emerso avevano una frequentazione che durava da oltre dieci anni, non conosciuta dalla famiglia, e spesso si ritrovavano in quello che poi è stato il luogo del delitto. La sera dell’omicidio i due, secondo il teorema investigativo, dopo aver assunto sostanze stupefacenti sono arrivati a litigare per via del fatto che la vittima voleva porre fine a quel consumo di droga non accettato dal suo amico che durato un acceso alterco avrebbe afferrato un coltello da cucina e si sarebbe scagliato veementemente contro la vittima vibrandogli una ottantina di fendenti su tutto il corpo. Negli ultimi giorni alla luce di tutti gli elementi raccolti il cellulare del presunto assassino era finito sotto controllo. Dalle intercettazioni era emerso che il Rizzi, dipendente di una società multiservizi, stava cercando di trasferirsi. Avrebbe chiesto a una sua vecchia conoscenza a Napoli, nel campo della ristorazione di poter lavorare con lui e aveva, poi, anche preso contatti con conoscenze oltre oceano in quel di New York. Elementi questi ultimi che hanno indotto il pool investigativo a procedere con la notifica dell’atto di fermo visto che dalle indagini emergevano concrete possibilità che l’uomo potesse allontanarsi dal suo luogo abituale di residenza. A difenderlo, Antonio Rizzi, che ha alcuni precedenti di polizia legati a reati contro il patrimonio e maltrattamenti in famiglia, cosa che lo aveva fatto risultare già schedato per i riscontri investigativi repertati, ha chiamato l’avvocato Donato Colucci insieme al quale dovrà domani comparire, per l’interrogatorio di garanzia, dinnanzi al giudice delle indagini preliminari, con l’accusa di omicidio con l’aggravante della crudeltà. Sarà, il gip che dopo aver interrogato il reo confesso dovrà decidere se convalidare il fermo tramutandolo in arresto o meno. Quando la notizia è trapelata tra gli amici della vittima e nel suo contesto familiare è stata appresa con non poca incredulità e tanto sgomento, in considerazione del fatto che Francesco Dogna era da tutti considerato come una persona pacata, riservata e altruista. Nel giro delle amicizie qualcuno ipotizza che la conoscenza tra i due possa essere nata intorno alla disponibilità offerta anni addietro dalla vittima a quello che, poi, si è rivelato il suo aguzzino in un momento di difficoltà di quest’ultimo. Se fosse così un gesto di generosa disponibilità e altruismo si è concluso con un efferato omicidio.

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