Al Teatro Vascello di Roma, fino al 19 gennaio, in scena ‘Anelante’, di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

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Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo inviatoci da Roberto Cavallini:

“Due rette parallele si incontrano all’infinito, cioè non s’incontrano mai, mica è un problema mio” così inizia Anelante, tra acrobazie fisiche, algebriche, letterarie, psicanalitiche.
Il turbinio mimico e lessicale tipico del teatro di Rezza, in Anelante, prende le mosse dalla incongruenza tra rimembranze scolastiche di algebra, di geometria e l’inconciliabilità con l’esistente, tra un rimando alla somma dei quadrati costruiti sui cateti e l’esistenza di una ipotenusa più ipotetica che misurabile, tra frasi ripetute due volte inserite in una parentesi ed elevate a quadrato, tra calcoli fantastici e risultati improbabili, che disorientano il pubblico che esplode di volta in volta in fragorose risate alle impossibili soluzioni proposte dallo sviluppo (il)logico verbale e dal linguaggio del corpo di Rezza.

L’aiuto di Keplero o di Pitagora sembra non bastare a conciliare la misurabilità del reale con la sua percezione psichica, esistenziale e allora Rezza, in scena con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini, Enzo Di Norscia, ricorre a Freud, alla psicanalisi ad una rilettura del complesso di Edipo in cui l’oggetto del desiderio maschile (Anelante?) non è più la madre ma il padre. Una rivisitazione in chiave omosessuale che porta in scena l’imitazione mimata di sodomizzazioni per poi dar vita ad un colloquio fra sederi in bella mostra che grazie all’aiuto della scenografia danno l’illusione di vivere di vita propria e essere coinvolti in una conversazione surreale. Non manca l’esibizione di Rezza che nudo in scena salta da una parte all’altra del palcoscenico coprendosi con una mano il sesso e quando la scena richiederebbe di assumere la posizione di una crocifissione su una struttura un po’ sbilenca lo sguardo di Rezza diventa più eloquente di ogni parola la mano rimane a celare le pudenda e così il pubblico che si aspettava la scena senza veli risponde con applausi e risate.
E’ rimando continuo tra il desiderio di capire e quello di essere ma gli strumenti sono illusori e inadeguati.

“L’ Anelante vive confinato tra le muraglie, chiuso nel recinto, senza sporgersi, pretende di conoscere il mondo, lo fa per non accorgersi della vuotezza che gli riempie la vita”.

ANELANTE
di Flavia Mastrella Antonio Rezza con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini, Enzo Di Norscia
(mai) scritto da Antonio Rezza habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli Luci Mattia Vigo/ Luci e tecnica Daria Grispino
macchinista Andrea Zanarini organizzazione Tamara Viola Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella
La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Antonio Rezza e Flavia Mastrella Leoni d’oro alla carriera
La Biennale di Venezia 2018
durata 90’

Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78, Roma
Dal 14 al 19 febbraio 2025
Roberto Cavallini

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